Sindrome dell’impostore: cos’è e come uscirne

sindrome dell'impostore

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Introduzione

C’è una definizione per quella sensazione che si prova nel non sentirsi all’altezza nel lavoro, nella vita sociale o in qualsiasi attività. Si chiama sindrome dell’impostore.

Un argomento, questo, su cui mi confronto spesso con i miei studenti e sul quale ho realizzato uno dei miei primi video.

Ma cos’è la sindrome dell’impostore? Come puoi accorgerti se ce l’hai anche tu e cosa puoi fare per uscirne? Approfondiamo.

Cos’è la sindrome dell’impostore

Era la fine degli anni 70 quando due psicologhe coniarono il termine sindrome dell’impostore, per descrivere una condizione psicologica molto diffusa tra persone di successo, ma non solo.

Si tratta di un atteggiamento del tutto inconscio che ci spinge a pensare di non meritare il successo ottenuto, e no, non è affatto una condizione rara, ma ne soffrono circa il 70% delle persone, come numerosi studi confermano.

Imprenditori di successo, professionisti, validi studenti e sportivi vincenti ammettono di vivere questa sensazione, e negli anni io stesso ho imparato a riconoscerla e in qualche modo a conviverci.

Come riconoscere la sindrome dell’impostore

La domanda che sorge spontanea è come faccio a capire se ho la sindrome dell’impostore?

Negli anni, grazie agli psicologi in collaborazione con centri di ricerca ed università in giro per il mondo, sono stati affinati dei test che ti rivelano se ne sei affetto. Tuttavia è possibile riconoscere dei veri e propri sintomi:

  • Avere timore di fallire nel proprio campo
  • Tendere a sottovalutarti
  • Declinare i complimenti, ritenendoli inopportuni
  • Vivere il successo con grandi sensi di colpa
  • Pensare di aver ingannato le persone che ci circondano o di deludere le loro aspettative
  • Ritenere che il successo derivi dalla fortuna o dal caso
  • Vivere l’ansia di essere “smascherati” in quanto impostori

In maniera concreta si iniziano a delineare i profili di persone che conosciamo o di noi stessi. Sicuramente è una ricca consolazione sapere che siamo in tanti, e se ti rivedi in uno o più di questi atteggiamenti puoi avere la certezza di essere in buona compagnia.

Conosco tante persone in gamba che, senza dubbio, rientrano in questa cerchia. Persone di successo, persone con una spiccata empatia ed un grande spessore. Eppure è facile cadere nel limbo e pensare di non essere all’altezza.

Un atteggiamento tipico di chi è curioso, di chi si lancia nelle sfide, appassionato ai temi più disparati, come i multipotenziali.

Ti assicuro che è facile mettere in discussione ogni cosa quando la tua indole ti porta ad avvicinarti a temi diversi tra loro. Inizi a chiederti se si tratti di incoerenza e di incostanza. Ma alla fine chi l’ha detto che chi si interessa a tanti ambiti, non possa svolgerli tutti alla grande?

Piuttosto, credo che sia utile diffidare da chi non si mette mai in discussione, anziché da chi riesce a ridimensionarsi, pur avendo tutte le carte in regola.

Una volta realizzato di far parte di questo vasto club di finti impostori, voglio elencarti quelli che per me sono stati dei metodi validi per uscire da questa sindrome.

Sindrome dell’impostore: i miei metodi per uscirne

Come hai visto, questa sindrome non è considerata una patologia, ma un atteggiamento. Per questo motivo non possiamo parlare di cura per la sindrome dell’impostore.

Esistono però due strade che puoi intraprendere: farti tirare a picco sul fondo dall’ansia legata a questa sindrome oppure provare a trarne vantaggio, applicando dei contro comportamenti virtuosi.

Ti spiego i miei.

La consapevolezza

Essere consapevoli di un problema, riconoscerlo, è il primo passo verso una pronta guarigione, in ogni ambito. Sembrerà banale, ma ammettere a se stessi di avere un problema ci aiuta ad alleggerirlo, a ridimensionarlo.

Lo fa diventare così piccolo da essere irrilevante. Io ne ho ricavato solo benefici.

Goditi i momenti di fiducia

Se vivi la sindrome dell’impostore avrai notato che, come su delle montagne russe, si alternano momenti di sconforto, quelli in cui crediamo di essere smascherati, ad altri in cui sentiamo di avere fiducia in noi stessi.

Sii presente in questi momenti di fiducia, goditeli e fa che emergano nella tua mente quando si presenta un momento negativo.

Annota le cose belle

Questo è uno stratagemma potente, che da qualche anno utilizzo per rifugiarmi nei momenti di sfiducia. Ho creato una cartella, in bella vista sul mio desktop, che si chiama “Cose belle”.

Il contenitore dove raccolgo feedback positivi da studenti, collaboratori e clienti, oppure dove annoto i momenti piacevoli della giornata.

Quando arriva il giorno di crisi, vado a rifugiarmi in quella cartella, un’infusione magica di fiducia. A volte è difficile, di fronte a un foglio bianco, concentrarsi sulle cose positive che ci ha regalato la giornata.

A tal proposito ho dato vita al Diario della crescita, per monitorare ogni giorno, con i suoi fallimenti e i suoi momenti alti.

Condividere con gli altri

Il principale motivo per cui decido di parlare con te della sindrome dell’impostore è perché serve a me in primis.

Condividere con gli altri le proprie sensazioni ci aiuta ad ammettere le nostre debolezze, oltre che farci sentire meno soli.

Il confronto con le altre persone è di vitale importanza e questo pensiero è largamente condiviso. La necessità di condivisione ha generato una vera e propria community, dove è possibile leggere storie di chi vive questa sindrome.

Non prendersi troppo sul serio

Il mio consiglio preferito: non prenderti troppo sul serio.

A volte siamo così rigidi e imbalsamati da perdere tutta la spontaneità. A furia di rincorrere la perfezione, rischiamo di dimenticare il nostro lato umano.

Un consiglio, questo, rivolto soprattutto a chi ha deciso di esporsi, di condividere i propri contenuti. Ricordo le mie prime volte, quando ero pietrificato. Oggi posso dire con massima convinzione di preferire l’imperfezione al resto, e se mi viene da tossire durante una presentazione in pubblico, pazienza.

Dimentica la perfezione

Mi collego al punto precedente per introdurre quella che è la conseguenza diretta del prendersi troppo sul serio: abbandona l’idea di perfezione.

Io lo vivo sulla mia pelle continuamente, da buon perfezionista.

La ricerca spasmodica del dettaglio, la voglia di precisione e di controllo non sono in assoluto degli aspetti negativi.

C’è un però. È l’approccio che deve cambiare. Io ho trovato di grande aiuto il metodo Lean, che ti spinge a operare velocemente, consapevole che c’è sempre tempo per migliorarsi lungo il percorso.

Divertiti, dai spazio alla spontaneità, crea valore, non perfezionismo.

Accetta le sconfitte

La perfetta conclusione: accetta il fallimento.

Ne parlo continuamente, nei miei post o nei miei libri, d’altra parte non potrebbe essere altrimenti, essendo il fallimento parte integrante del processo di sperimentazione.

Concedersi di sbagliare è un’opportunità, soprattutto quando vediamo il fallimento come un insegnamento. Henry Ford diceva che “Il fallimento è una possibilità di ricominciare in maniera più intelligente”.

Cosa aspetti?

Conclusione

È stato un piacere condividere i miei metodi per affrontare la sindrome dell’impostore.

Puoi provare a sperimentarli su di te o utilizzarne solo alcuni.

Puoi provare a trarre vantaggio da questa sindrome, imparare a confrontarti con gli altri, a lasciarti di fronte alla pressione che sentirsi impostori genera perché, come ci ricorda Eleanor Roosvelt:

Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso

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