Il futuro del lavoro è freelance? Spunti e riflessioni

futuro lavoro freelance

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Introduzione

Il lavoro oggi è fluido. Parto da questa definizione per dare il via a una riflessione su un tema attuale. Un tema di cui sentiamo parlare sempre più spesso, legato ad una domanda che rimbomba e che accende uno spunto su cui soffermarci: il futuro del lavoro.

E poi, come in ogni gioco di parole che si rispetti, anche sul lavoro del futuro. 

Ti sei mai chiesto cosa succederà al mondo del lavoro nei prossimi anni? Come si evolveranno le professioni e quali saranno le dinamiche nella realtà professionale?

Il futuro del lavoro

Lo notiamo già che, da qualche tempo a questa parte, l’impegno della forza lavoro si è evoluto in un senso che è definibile in una sola parola: freelance. 

Sebbene si abbia l’impressione che questo nuovo impegno comune sia stato in parte sospinto dalla situazione pandemica, basta dare uno sguardo oltreoceano per capire che in realtà si tratta di un’evoluzione che aspettava di sbucare da dietro l’angolo. 

Negli Stati Uniti i lavoratori freelance costituiscono quasi il 40% dei lavoratori totali e si preannuncia un numero in costante aumento. 

La pandemia è stato il booster per accelerare questa crescita, che si preannuncia arrivare a circa il 50% della popolazione. 

Tornando da questa parte del globo, stiamo vivendo la stessa crescita esponenziale. A dimostrazione di questo, basta dare un’occhiata ai numeri delle più grandi piattaforme che mettono in comunicazione tra loro aziende e freelance. Upwork, Freelancer.com e Fiverr. In particolar modo quest’ultima ha avuto una crescita incredibile, e il costo di una singola azione è aumentato del 356%

L’abbiamo detto, la pandemia ha sicuramente ribaltato e accelerato il paradigma del mondo lavoro. Ma è davvero solo la costrizione di reinventarsi o a dover svolgere un lavoro da casa ad aver dato una spinta così forte all’ascesa dei freelance?

Io non credo sia così. Io credo che dietro a queste percentuali in crescita ci sia una diversa consapevolezza nel mondo lavoro. 

L’altro giorno ero intento a leggere alcuni commenti della mia community in relazione ad un argomento che avevo proposto, le soft skills più richieste per il 2022.

Ho notato sia il grande interesse mostrato all’argomento, a favore di un cambio di mindset importante, sia la grande disapprovazione di tante persone nei confronti di una mentalità aziendale che spesso non premia o non riconosce le doti professionali e personali. 

Questo non accettare più alcune determinate condizioni, a mio avviso, è un primo grande movente che spinge tantissimi lavoratori a compiere il salto, a scegliere la strada della libera professione. 

Credo che oltre a questa considerazione, siano diversi i motivi che alimentano e fertilizzano il lavoro freelance.

Vediamone qualcuno, con la premessa che essere freelance non è meglio o peggio di qualsiasi altra modalità lavorativa.

Il tempo è denaro? 

Il primo fattore è il tempo. Le persone che individuano nel tempo il più grande valore, la priorità assoluta alla quale dare importanza, sanno quanto possa essere stretto e limitante il lavoro dipendente. 

Ed è un dato di fatto, quindi che intraprendere la professione libera ti offra il grande vantaggio di poter lavorare organizzando il tuo tempo a tuo piacimento.

Il concetto di base è che non serve dimostrare di lavorare 8 ore al giorno, la cosa importante è arrivare al risultato, seguendo il tuo tempo. 

Obiettivi e risultati

Mi collego al tema precedente per aggrapparmi a una parola chiave: il risultato. La rivoluzione dei freelance, va detto, non è alimentata solo dai lavoratori, ma sono sempre più numerose le aziende che sostengono il movimento, affidando alcuni lavori ai freelance. Perché lo fanno? 

Lo fanno per ampliare, temporaneamente o no, il loro team arricchendolo con una risorsa professionale preparata su un campo in cui l’azienda ha forti lacune. Ancora, lo fanno per procedere con esperimenti, in dinamiche e contesti così fortemente mutevoli. 

Lo fanno per digitalizzare i loro processi. O anche solo per adattarsi alle richieste del professionista, che preferisce mantenere il suo status libero da contratti vincolanti.

Non tralasciamo quanto sia importante il fatto che, grazie alla collaborazione con i freelance, le aziende possono adottare delle soluzioni innovative, avvalendosi del supporto di un particolare esperto in quel campo. Non si tratta di una collaborazione necessariamente a lungo termine e questo, a mio avviso, permette di mantenere un’altissima concentrazione sul momento, che si tratti di libero professionista o di azienda.  

Sono tanti i motivi, ma senza dubbio resta il comune denominatore, cioè la ricerca dell’obiettivo.

Multipotenzialità

Il grande cambio di direzione verso cui la forza lavoro oggi sta virando è fortemente legato ad un concetto che mi riguarda in prima persona: l’essere un multipotenziale

La multipotenzialità ti permette di avvicinarti a tanti argomenti, di specializzarsi professionalmente in più di uno di essi. Un lavoro dipendente, invece, fa una richiesta che secondo me è troppo pesante da accettare (almeno per i multipotenziali): la rinuncia. Chiede di rinunciare ad una o più attitudini, incompatibili con la professione, la missione o il task da seguire in quel momento. 

Mi è capitato di conoscere tanti freelance che da multipotenziali avevano una visione molto completa di tanti argomenti. Con un occhio artistico, uno analitico, uno curioso

La domanda, oggi, non è più “che lavoro fai?”. La domanda, oggi, è “In quali cose sei bravo o brava?”

Oggi i freelance sono quasi la metà sulla totalità della forza lavoro. Questa così ampia diffusione ha fatto sì che l’attività da freelance sia ampiamente riconosciuta e validata. 

Va detto che ci sono anche alcuni fattori frenanti, alcune paure ricorrenti in tutti coloro voglio avviare un’attività freelance. Avrò abbastanza clienti? Riuscirò a costruire un buon personal brand? E così via.

Capisco il timore e so anche che non è una consolazione sapere che basta partire e che dopo verrà tutto da sé. La preparazione è tutto per una piena autonomia, ma i clienti, quando si parte, bisogna saperli intercettare. Ti consiglio di seguire questo corso per trovare nuovi clienti.

Collegato a questo argomento, il futuro del lavoro, voglio introdurre un altro. Quale sarà, invece, il lavoro del futuro?

Il lavoro del futuro

Aggiungo un altro spunto che, a mio avviso, si collega direttamente alla crescita del lavoro freelance. L’assecondare, infatti, una scelta professionale libera da dettami, vincoli, limiti e contratti esclusivi apre, inevitabilmente, le porte per consentire l’ingresso a nuove figure professionali. 

Come detto all’inizio di questa riflessione, parliamo di lavoro fluido. I mestieri si adattano, si evolvono, mutano, si trasformano, cercando il più possibile di rispondere a nuove esigenze. 

Aggiungo che non è solo il lavoro ad adattarsi alle richieste, ma si plasma anche sulle attitudini e sulle caratteristiche personali. 

Alcuni articoli interessanti parlano dei lavori del futuro. Si tratta di pronostici, perché molti di questi ancora non esistono. 

A dimostrazione che il futuro lo stiamo costruendo con le scelte consapevoli su quello che vogliamo fare e come farlo, con la scienza che avanza, con i progressi e i traguardi che si raggiungono ogni giorno su temi come intelligenza artificiale, automazioni e tecnologia. 

Conclusioni

Sono sicuro che tra me e te, e tanti altri che si fermano a leggere questa riflessione, molti conoscono bene il lavoro che svolgono oggi, ma non possono rispondere su quello che sarà in futuro.

Non lo sanno perché hanno la consapevolezza che la prima caratteristica da alimentare è la capacità di adattamento, quella di previsione e di apertura mentale, il saper riconoscere che oggi è così ma tutto è un divenire, un cambiamento costante così veloce che non abbiamo nemmeno il tempo di stargli dietro, talvolta. 

Quindi te lo chiedo, e no, non ti sto chiedendo “che lavoro fai?”. Ti chiedo, tu in cosa sei bravo o brava?

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