Marketing nella storia: Helena Rubinstein

helena rubinstein

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Introduzione

Certe cose sono sempre, o quasi, esistite. Il fatto è che trovano una reale collocazione nello spazio e anche un nome quando si diffondono nell’usabilità quotidiana. 

Anche per il Growth Hacking ed il marketing è lo stesso. Molti aspetti del marketing odierno, infatti, sono stati utilizzati, in una chiave meno moderna ma non meno efficace, in diverse epoche storiche. 

Voglio parlarti di grandi imprenditori e imprenditrici di un passato più o meno lontano per notare insieme quanti parallelismi possiamo individuare tra le loro strategie aziendali e quelle moderne. Questa volta ti racconto della storia di Helena Rubinstein.

Helena Rubinstein?

C’è una parola ricorrente ed emblematica che scandisce la vita di un’imprenditrice che ha ribaltato gli schemi del marketing e il cui nome è ancora celebre oggi: la parola è sperimentazione

Helena Rubinstein nasce alla fine dell’800, eppure la sua storia imprenditoriale sembra scritta ieri, da una marketer moderna e predisposta all’innovazione, alla fluidità e, come detto, alla sperimentazione.

La sua storia è quella di una Growth Hacker d’altri tempi, un’anticipataria visionaria di quello che oggi consideriamo normalità. 

Helena Rubinstein vive tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Parte in piccolo, vendendo creme alla lanolina. Niente di nuovo per quegli anni, eppure il suo estro si manifesta subito. 

In uno scenario dove la concorrenza è spietata, Rubinstein aggiunge alla crema essenza di lavanda, pino e di ninfea. Questo piccolo primo esperimento le fa vendere tantissime creme, perché le clienti erano attratte da una crema che profumava finalmente di buono. 

Inizia a raccogliere dalle sue vendite fondi sufficienti per fare le cose in grande, e aprì il suo primo salone in Australia. Qui comincia la vera storia di una marketer ambiziosa e innovatrice. 

Da quel momento in poi il suo business si basa su qualcosa che nessun’altra azienda di cosmetici o prodotti per signore aveva mai fatto finora: lei ascoltava le clienti. 

Helena Rubinstein condusse delle vere e proprie indagini di mercato per capire cosa volessero le sue potenziali clienti e capì che desideravano un prodotto che fosse personalizzato per ognuna di loro. 

Avviò, dunque, un metodo di vendita che nasceva da un approccio scientifico. Ogni cliente veniva esaminata da un esperto o un’esperta e la consulenza portava alla vendita di prodotti che fossero ad hoc per lei. 

Il successo non tardò ad arrivare e nel giro di pochi anni aprì negozi in tutti gli Stati Uniti. 

Ma non è tutto qui. La personalizzazione del prodotto e della vendita e l’ascolto delle clienti erano solo i punti di partenza. La Rubinstein si rese ben presto conto che il valore dei suoi prodotti veniva percepito come alto e di qualità grazie a due intuizioni: affiancare le consulenze con scienziati e dermatologi e, soprattutto, avvalersi delle sponsorizzazioni da parte delle celebrità. Attrici, modelle, artiste divennero le ambassador del marchio, un pò come oggi avviene per la maggior parte dei prodotti. 

L’importanza della pubblicità era vitale per Helena, tanto che investì in campagne pubblicitarie condotte da artisti del calibro di Salvador Dalì. 

C’è da dire che queste imprese sembrano semplici e ovvie, invece in un inizio 900 ancora poco aperto all’imprenditoria femminile, per le donne non erano disponibili né fondi né prestiti bancari, per cui la definizione di self made in questo caso cade a pennello. 

Rubinstein era molto parsimoniosa e oculata, ma anche molto intuitiva e pratica nell’economia. 

La sua “startup” fu venduta nel 1928 per circa 8 milioni di dollari (che oggi corrisponderebbero a circa 90 milioni di dollari). Solo dopo pochi anni, a causa della grande depressione, riuscì ad acquistare l’azienda per 1 milione di dollari e a farle raggiungere di nuovo il valore di 100 milioni di dollari in pochi anni. 

L’imprenditoria di Helena Rubinstein e il marketing moderno

Helena Rubinstein è stata considerata la più importante imprenditrice del 1900, tanto che a suo nome esistono premi e riconoscimenti di fama mondiale

Una donna ambiziosa che ha basato il suo successo su 3 pilastri:

  • La sperimentazione
  • L’ascolto dei clienti
  • L’innovazione

Questi sono gli stessi pilastri che ritroviamo ogni giorno in casi di successo imprenditoriale, e che a partire dalla mia Academy, fino ad arrivare a tutti gli altri canali, promuovo di continuo. Cosa vogliono i clienti? Cosa posso offrire loro di nuovo e soprattutto sono disposto o disposta a sperimentare? Sono le domande che ognuno di noi dovrebbe farsi prima di avviare un nuovo business. 

La storia di Helena Rubinstein viene raccontata oggi alla Harvard Business School come un caso studio di ispirazione perpetua. 

Conclusioni

Questa storia, come tante altre di imprenditori e imprenditrici di epoche passate fa riflettere perché insegnano che il mindset e la sperimentazione ti fanno emergere anche quando gli strumenti a disposizione e le linee comunicative sono poche. Oggi abbiamo a disposizione strumenti potenti, internet che è la nostra finestra sul mondo e strategie validate, per cui non ci resta che innovare e sperimentare. 

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