Ho scritto 300 post su questo blog: ecco cosa ho imparato

300 post riflessioni

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Introduzione

Il 9 Gennaio del 2013 scrivevo il primo post di questo blog dal titolo “Hello world”.

In informatica “hello world” è la prima cosa che fai quando stai imparando un nuovo linguaggio di programmazione e, da bravo nerd, decisi di inaugurare il mio blog con un post del genere che recitava:

Eccolo qua, il mio blog. Post introduttivo, giusto per rompere il ghiaccio. Non so ancora bene come lo utilizzerò e di cosa parlerò ma so che è da troppo tempo che ne volevo aprire uno.

Startup. Forse sarà questo l’argomento di cui parlerò. Credo. Ma anche altro. Mo vediamo.

Fatto sta che tra i propositi per il 2013 mi sono ripromesso di scrivere un po’ e quindi ho approfittato dell’influenza micidiale che mi ha colpito nelle ferie natalizie per aprire questo spazietto.

Ho sempre bloggato un sacco, da quando esistono i blog. Aperti e cancellati tanti e scritto su blog di altri. Ci riprovo sapendo che sarà difficile essere costante. Quindi parto senza pretese, un post ogni quando mi pare e vediamo che succede.

Ho riletto questo post con un pizzico di emozione e un sorriso sulle labbra. Ripenso al Raffaele di allora con un po’ di tenerezza, lo ammetto.

Me lo ricordo esattamente il momento in cui decisi di aprire il blog (che inizialmente si trovava su Tumblr) e scrivere quel post. Sono passati 8 anni e 300 articoli. Voglio raccontarti cosa ho imparato e se mi rispecchio ancora in quelle parole.

Se non ti piace quello che senti in giro devi dire la tua

Questo è il motivo principale per cui decisi di aprire un blog.

Fu grazie a una persona ben specifica, anche se forse lui non se lo ricorda: Stefano Bernardi.

Ero in piena fase infatuazione per il mondo startup e Stefano era un punto di riferimento nella scena italiana gestendo la più grossa community del settore (Italian Startup Scene con all’epoca oltre 30.000 persone).

Come oggi, anche all’epoca, c’era sempre chi si lamentava della tanta fuffa che girava nel settore. I ciarlatani. Le idee che non valevano nulla. Gente che prendeva vagonate di soldi senza meritarselo. E soprattutto di Egomnia. All’epoca adoravamo lamentarci su Egomnia.

In una discussione molto accesa in cui io mi dicevo scandalizzato per tutto ciò, mi strappavo i capelli (sigh!) per le ingiustizie e sparavo a zero contro tutti, Stefano mi disse una cosa: che senso ha lamentarsi che i fuffaroli abbiano più visibilità di quelli validi, se quelli validi rimangono sempre dietro le quinte? Hai qualcosa da dire e pensi che abbia valore? Apriti un blog e inizia a dire la tua.

Quella frase mi folgorò.

Se hai visto la mia “trilogia sulla fuffa” (qui sotto) saprai che da quel giorno cambiai completamente opinione. Ancora oggi, ogni volta che sento qualcuno lamentarsi di cose simili gli rispondo allo stesso modo: se sei contro la fuffa non lamentarti, ma proponi un’alternativa di qualità, fai capire alle persone che c’è altro.

https://www.youtube.com/embed?listType=playlist&list=PLNQjSVfdskFn186tggygeJ0waoH_xnstM

In un mondo dove quelli in gamba restano in silenzio e gli unici a parlare sono i ciarlatani, il pubblico non ha modo di fare valutazioni e capire le differenze.

Tutto iniziò da lì. Grazie Stè, ovunque tu sia e qualunque cosa tu stia facendo!

Il primo passo è fondamentale

Non era la mia prima esperienza col blogging. Avevo iniziato a 15 e non avevo praticamente mai smesso. Ovviamente erano progettini amatoriali su passioni e roba del genere.

Avevo fatto il primo passo nella scrittura “professionale” e mi ero fatto un nome contribuendo a importanti testate italiane di innovazione e startup come CheFuturo!, StartupItalia e altre, però non avevo mai avuto il coraggio di avere uno spazio tutto mio.

Come sempre quel mix di sindrome dell’impostore e procrastinazione cronica mi facevano rimandare il famoso primo passo.

Facevo impresa da quando avevo 20 anni e frequentavo l’ecosistema startup dal 2010, ma continuavo a ripetermi “cosa avrò mai da dire di così importante?” e “sicuramente c’è chi ne sa più di me?” e ancora “ma perché mai qualcuno dovrebbe leggermi?”.

Che ingenuo! Oggi questo posticino fa i suoi 30.000 visitatori al mese e mi da un sacco di soddisfazioni.

Steve Jobs diceva: “I puntini puoi unirli solo nel futuro quando ti guarderai indietro, ma oggi devi avere fiducia e pazienza che quei puntini in futuro si potranno unire”.

Da allora sono migliorato in tanti aspetti e in molti altri ho tanto ancora da imparare. Ma è un processo, non c’è altro modo di procedere: inizi, sbagli, impari, migliori, cresci. E ricominci da capo.

Tutto qua.

Poi però bisogna essere costanti

In fin dei conti lo sapevo già all’epoca: la costanza è la chiave.

Non avevo ancora elaborato bene il concetto e non l’avevo ancora trasformato in uno dei miei paletti, però me ne rendevo conto e lo esprimevo con quel “Ci riprovo sapendo che sarà difficile essere costante”.

E infatti lo è stato e come.

300 post in 8 anni alla fine son pochi. Sono meno di 40 post all’anno. Avrei potuto fare molto di più.

Ho pensato mille volte di lasciar perdere, mi sono infatuato di mille social, mille volte mi hanno provato a dire che i blog erano morti, ma alla fine continuavo sempre a scrivere.

E la differenza in fin dei conti è tutta in questo gesto: nel continuare.

Quando ne avevo voglia e quando la voglia era sotto i piedi, quando mi sentivo ispirato e quando avevo il blocco dello scrittore, quando ero pieno fino al collo e quando avevo il tempo per scrivere. Mi forzavo a continuare.

A cominciare son tutti bravi. Ma quanti poi continuano?

La visione può cambiare, il perché no

Ho appena citato Simon Sinek nel titolo. Lui dice che la visione negli anni può cambiare, ci sono sempre delle leggere modifiche e aggiustamenti che facciamo lungo la strada. E infatti ero partito con l’idea di parlare di startup e poi pochi mesi dopo avrei incrociato il Growth Hacking sulla mia strada.

L’importante è rimanere fedeli al proprio perché.

Se la visione è il futuro, il perché è il passato. L’origine. Le radici. I valori.

E il mio perché da allora non si è mosso per niente: ancora oggi sono spinto dalla voglia di divulgare, di spiegare le cose in modo semplici e di aiutare le persone a migliorarsi.

Gli argomenti si sono evoluti (e sono certo che succederà ancora), si sono aggiunti tanti altri canali e formati, ma il perché che mi spinge rimane lo stesso ancora oggi.

Ci vediamo tra 300 post 😉

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