5 Aspetti Del Mio Lavoro Che LinkedIn Ha Cambiato Completamente

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Introduzione

La verità è che non sai usare bene LinkedIn!

Eh si, diciamolo.

È da qualche settimana ormai che leggo post denigratori nei confronti di Linkedin. Se da un lato è vero che la qualità generale dei contenuti si è abbassata notevolmente, è anche vero che per certi aspetti di business rimane il miglior social in circolazione.

Se mi leggi da parecchio saprai che da un certo punto in poi ho iniziato a usare bene Linkedin. Non che prima non lo facessi, ma gli ho sempre dedicato meno tempo rispetto ad altri social e, come spesso capita quando si usa male uno strumento, mi limitavo a lamentarmi della sua scarsa utilità.

La verità è che, appena ho iniziato a curarlo e a dedicargli il giusto tempo, si è rivelato uno strumento potentissimo sotto molti punti di vista. Lo scopo di questo post non è quello di scrivere un tutorial su come usare bene Linkedin (magari potrebbe esserlo un futuro post) quanto, piuttosto, quello di raccontare come ha impattato nella mia quotidianità e nelle mie attività lavorative.

Il grosso impatto sui miei contenuti

I blogger che scrivono anche su LinkedIn si dividono in due grandi categorie: chi duplica i contenuti e chi scrive dei mini post introduttivi cercando poi di far leggere il resto del contenuto sul proprio blog. Se mi segui su entrambi i canali avrai notato che i miei post sono duplicati anche sul mio LinkedIn Pulse.

Non ho mai amato i “post esca” e quando mi imbatto in uno di essi mi rendo conto di come siano una pessima esperienza di lettura per l’utente. Quindi, messo di fronte alla scelta, ho preferito duplicare i contenuti, con buona pace di Google e del SEO.

Ogni post che duplico su LinkedIn riceve, in proporzione, una grossa quantità di interazioni, porta traffico al post originale (usando la semplice formula del “post originariamente pubblicato sul mio blog”), iscritti alla newsletter (con un semplice link a fine post) e, aspetto importantissimo, genera sempre dei lead.

Lo stesso vale per i contenuti che condivido.

I post che scrivo per altri blog (CheFuturo, StartupItalia, ecc.) non vengono, ovviamente, duplicati sul mio LinkedIn Pulse, ma li condivido con un semplice aggiornamento di stato, alla pari di Facebook e altri social. Anche per contenuti di questo tipo il numero di interazioni è cresciuto tantissimo nel tempo, portando LinkedIn al secondo posto nelle fonti di traffico per i miei post. Al primo posto c’è Facebook, ma non so ancora per quanto tempo.

La generazione continua di lead

Non pubblico tantissimi post, ma in media cerco di postarne almeno uno a settimana.

Da quando ho iniziato a condividere e/o duplicare i miei contenuti su LinkedIn, il numero di lead generati è aumentato a dismisura.

Se mi segui da un po’, sarai al corrente delle mie novità lavorative e puoi immaginare come, occupandomi quasi esclusivamente di consulenza e formazione, la generazione di lead sia uno step fondamentale del mio business.

Come spesso capita in questo settore, il blog è lo strumento principale con il quale promuovere se stessi e le proprie competenze. Ebbene, posso affermare senza ombra di dubbio che, al momento, LinkedIn è la fonte numero uno in quanto a generazione di lead.

Dopo ogni post ricevo contatti di persone interessate all’argomento di cui ho scritto. Solitamente iniziamo a parlarne in privato per approfondire qualche aspetto e a volte si trasformano in prospect (o, meglio ancora, clienti) e altre restano connesse con me in maniera più forte (newsletter, follow, ecc.).

Da questo punto di vista i gruppi Linkedin si sono rivelati una piacevole sorpresa.

Dai gruppi Facebook ai gruppi LinkedIn

Eh si, una degli aspetti più interessanti di LinkedIn sono, a mio avviso, i gruppi.

Diciamocelo: molti gruppi Facebook si sono sputtanati nel tempo. Sono moderatore in parecchi gruppi e ho notato come, inevitabilmente, quando il numero di iscritti cresce diventa impossibile tenere tutto sotto controllo.

Appena la qualità delle conversazioni si abbassa i contributor più attivi e gli utenti storici tendono a defilarsi, lasciando i gruppi in balia di spammer, fake e troll. A quel punto si innesca un circolo vizioso che fa crollare sempre di più la qualità del gruppo.

Fortunatamente questa dinamica su LinkedIn è assente o, quantomeno, presente in maniera moooooolto ridotta. Sicuramente ci sono diversi fattori coinvolti: il numero di utenti è minore, la consapevolezza degli utenti è maggiore, il tono utilizzato su LinkedIn è molto diverso e sempre tendente verso il professionale, ecc.

Diciamo che su LinkedIn si finge parecchio e questo, in alcuni casi, aiuta a tenere i toni più pacati e i gruppi più tranquilli 😉

Sto notando ottimi risultati dai gruppi LinkedIn, soprattutto con due tipologie: i gruppi molto piccoli (dedicati a super nicchie) e quelli molto grandi (solitamente internazionali). Un esempio di ciò l’ho fatto nel mio post dove ho parlato di come usare Medium al meglio: un mio post nel gruppo On Startups (che è strapieno di contenuti) è diventato uno dei più commentati e “piaciuti” degli ultimi tempi e mi ha portato traffico per circa due mesi!

Facilità nel raggiungere un pubblico non italiano

Una delle attività che è cambiata radicalmente da quando uso LinkedIn in maniera professionale è quella di intessere relazioni con persone non italiane.

Con Facebook, ad essere sinceri, non ci sono mai riuscito. Con Twitter ho provato spesso, ma è troppo limitato/limitante come strumento per poter sostenere una conversazione lunga e complessa.

Con LinkedIn mi è stato facile dal giorno uno! Soprattutto da quando ho iniziato a duplicare su Pulse i miei post in inglese che scrivo su Medium.

Scrivere contenuti in inglese e poi condividerli su gruppi in inglese ha attivato un meccanismo molto simile a quello che ho descritto qualche paragrafo prima sulla generazione dei lead. Mi ha permesso di ottenere in maniera molto semplice contatti all’estero.

Che tipo di contatti?

Di ogni tipo! Da altri blogger con i quali abbiamo scritto post insieme a startup interessate a propormi un lavoro fino a semplici lettori che avevano trovato interessanti i miei post.

Il business development con una marcia in più

LinkedIn è lo strumento definitivo per il business development. Senza se e senza ma.

In questo paragrafo ho poco da aggiungere perché il grosso l’ho detto nei punti precedenti e, tra l’altro, di questo aspetto ho parlato anche in un altro post sulle migliori risorse per startup, facendo esempi su come trovare facilmente co-founder, partner, e altre risorse per la propria azienda.

Con un profilo curato e aggiornato, un network costruito ad hoc e contenuti di qualità, su LinkedIn puoi raggiungere chiunque in maniera semplicissima: bastano un paio di click e un amico in comune.

Giusto per fare qualche esempio, grazie a LinkedIn ho scambiato opinioni con influencer d’oltreoceano, ho scritto su grossi blog americani, sono finito featured sull’App Store, in home page di Product Hunt, e tanto altro.

Il limite è solo la tua immaginazione.

Non c’è una ricetta unica

All’inizio non volevo scrivere una conclusione per questo post, poi mi son reso conto che è necessaria.

È doveroso sottolineare che non esiste una ricetta unica per il successo su LinkedIn e che ogni caso è una storia a se. Il senso di questo post è di farti capire, con esempi reali, che se sai usare bene LinkedIn ci possono essere molti vantaggi per il tuo lavoro.

Qualsiasi esso sia!

Ovviamente la chiave è sempre la stessa: se vuoi essere presente su un social devi farlo bene, altrimenti meglio non esserci.

Ogni social ha le sue dinamiche, i suoi tempi, i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza. Una volta presa l’abitudine e aver capito come usare bene LinkedIn i risultati verranno da se.

Devi solo dedicargli il giusto tempo e la giusta attenzione.

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