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ToggleRiepilogo sull’outbound marketing
- L’outbound marketing è l’insieme delle attività promozionali che interrompono l’utente.
- Si contrappone all’inbound marketing che invece punta ad attirare l’utente.
- In una strategia sono necessari entrambi.
- Il contenuto, anche in questo caso, è di fondamentale importanza.
Introduzione
Negli ultimi anni, con la scalata dell’inbound marketing, l’outbound marketing ha finito per perdere consensi.
Eppure, una volta, era questa la principale modalità attraverso cui i brand facevano conoscere sé stessi e le loro offerte.
Ma la definizione di outbound marketing è davvero solo un modo figo di dire “marketing tradizionale”? Non proprio, vediamo perché.
Cos’è l’outbound marketing
Quando i brand si chiamavano ancora “marchi” e l’advertising “pubblicità”, quello che ora conosciamo con il significato di outbound marketing andava sotto l’etichetta di marketing tradizionale.
Ma cosa vuol dire outbound marketing esattamente?
Si tratta di azioni promozionali attivate al di fuori dei canali del brand, che lanciano messaggi verso l’esterno e raggiungono il pubblico mentre è impegnato in altro.
Per capire cosa significa outbound marketing, sarà utile sapere che è una forma di interruption marketing, quel genere di marketing che attira l’attenzione dell’utente interrompendo ciò che sta vedendo, ascoltando o leggendo.
Le potenzialità dell’outbound marketing sembrano essere state disintegrate da alcuni strumenti di precisione offerti dal web, tanto che il dilemma su cui ci si ritrova a sbattere la testa è: ha ancora senso sparare nel mucchio quando esistono strumenti di marketing digitale che possono permetterti di targettizzare per età, località, istruzione, interessi, come in Facebook Ads, o intercettare esattamente l’esigenza espressa dall’utente per parola chiave, come con Google Ads?
Sì, per alcuni brand è necessario arrivare a un pubblico trasversale e cercare di catturarne l’attenzione per strada, mentre guarda la TV o ascolta la radio.
Spesso, infatti, soprattutto per progetti local, l’outbound marketing è ancora una soluzione da non trascurare. Altro caso nel quale può essere utile ricorrere ad un approccio outbound è quando si ha poco tempo a disposizione.
Supponi di avere un evento tra 2 settimane e di dover vendere urgentemente dei biglietti. In un caso come questo sarebbe difficile ottenere risultati con un approccio inbound proprio per la scarsità di tempo a disposizione e si deve inevitabilmente ricorrere a mezzi più “fastidiosi” ma in grado di portare risultato nell’immediato.
Come funziona l’outbound marketing
Esempio di outbound marketing sono le pubblicità sui media tradizionali, come televisione, radio, stampa, volantini e cartellonistica, ma in questa categoria rientrano anche azioni più “moderne” come email marketing, SEM e altre che, anche se su canali diversi, interrompono l’utente nelle sue attività per mostrargli un messaggio.
Un’operazione di outbound marketing per essere efficace deve colpire la curiosità dell’utente in pochi istanti. Anche in questo vince il contenuto: non a caso un annuncio radio originale può attirare maggiore attenzione rispetto a un’offerta stracciata urlata da un 6×3.
Risorse di approfondimento
Per approfondire il tema ti lascio alcuni link:
- 7 esempi di canali outbound per generare contatti
- Una bella guida di Neil Patel
- Un riassunto sul tema di Wordstream
- Un’immancabile “guida definitiva”