Non aver paura di fallire, è l’unico modo per crescere

fallimento e crescita

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Introduzione

La parola fallimento, non c’è dubbio, spaventa. D’altra parte è importante contestualizzare e inserirla nel proprio ambiente.

Non credo, personalmente, che sia corretto ispirarsi al modello americano della Silicon Valley, dove viene sbandierato a destra e a manca in questa esaltazione del fallimento un po’ fine a se stessa.

Credo però che esista un altro modo per parlare di fallimento, una sfumatura lessicale che ci proietta subito verso il pensiero che da uno sbaglio quotidiano puoi trarre un insegnamento.

Il fallimento come opportunità per migliorarsi

Personalmente reputo che il fallimento sia una tappa obbligatoria di un percorso, sia esso lavorativo o personale. Ognuno di noi si pone degli obiettivi e la strada che dobbiamo compiere per raggiungerli, inevitabilmente, ci presenterà occasioni per sbagliare.

È su questo punto che voglio porre l’attenzione e sai perchè? Non si può sfuggire all’errore!

Ecco il nocciolo della questione, non è possibile evitare di sbagliare, ma la vera svolta è capire che da quegli sbagli si trae l’insegnamento.

Viene automatico, quindi, pensare che i piccoli sbagli o quelli più importanti sono parte integrante del procedimento di crescita.

Qual è la conseguenza dell’errore? Il fallimento, piccolo o grande che sia, ci conduce a dei risultati e voglio cogliere con te l’importanza delle sfumatura lessicale tra le parole risultato e successo.

Il successo è un termine impegnativo, carico di responsabilità, il risultato, invece è il raggiungimento di un obiettivo.

Così come deviamo lessicalmente da un termine all’altro, viene automatico parlare di insegnamento anziché fallimento.

Ti potrà sembrare una differenza sottile ed impercettibile, ma se parlo di insegnamento è perché dal mio errore ho imparato qualcosa che fino a ieri non conoscevo. Sarà così al prossimo sbaglio, e poi ancora.

Il fallimento nel business

Ciò che abbiamo detto fino ad ora è fondamentale applicarlo nella concretezza del tuo business.

Ogni qual volta che la tua azienda, la tua attività o i tuoi progetti incappano in un errore, il pensiero non dovrebbe essere che hai perso del tempo prezioso, ma che lo hai investito per arricchirti di esperienza.

Il tuo pensiero dovrebbe traslare verso un meccanismo positivo per cui fallire significa:

  • Migliore conoscenza del mercato in cui operi
  • Maggiore consapevolezza dei propri strumenti
  • Approfondire la conoscenza dei propri prodotti
  • Conoscere meglio la percezione che gli altri hanno della tua azienda

e così via, verso un circolo virtuoso di sperimentazione e apprendimento.

A volte basta cambiare la prospettiva per vedere il miglioramento che possiamo trarre da un errore. Questo si traduce in un graduale ma costante progresso: domani sarà meglio di oggi.

Ne ho parlato a lungo anche con Francesca Corrado, esperta di fallimento, in un’intervista che puoi rivedere qui sotto:

Un viaggio di crescita

Mi piace immaginare il percorso di crescita lavorativa come un viaggio intrapreso con uno zaino vuoto.

Ogni nostro fallimento si tramuta in un oggetto che andrà a riempire il nostro zaino. Errori, sbagli, insegnamenti, conoscenza e risultati sono lì, nel tuo bagaglio personale.

Quello non è più uno zaino immaginario, è il tuo valore.

Ma sai qual è la cosa più pazzesca? Non ci sono limiti alla conoscenza che potrai aggiungervi!

Quello che hai imparato oggi è ancora meno di quello che, sbagliando o no, saprai domani. E così negli anni, durante i quali il valore non potrà che crescere esponenzialmente.

Alla fine del viaggio il valore sarà proprio in quello zaino, in tutto ciò che hai imparato lungo la strada.

Più sbagli più impari. Più impari più cresci.

Ecco perché il fallimento ha un ruolo chiave nel tuo processo di crescita.

Conclusione: l’importanza delle parole

Per concludere voglio rimarcare l’importanza delle parole.

Ti invito a fare un piccolo cambio lessicale e a parlare di risultato anziché di successo, e di insegnamento anziché di fallimento. Una sfumatura minima ma che ci insegna a guardare le cose con positivo pragmatismo.

Da parola che spaventa, il fallimento diventa un termine che ci motiva, che ci spinge a sperimentare.  Perché in fin dei conti l’unico vero fallimento è quello di stare fermi e non sbagliare mai.

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