Ecco perché sto usando ChatGPT più di Google

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Introduzione

Lo so, il titolo di questo articolo può sembrare provocatorio, addirittura quasi clickbait, ma ti assicuro che non è così.

Voglio condividere con te una sincera riflessione su come uno strumento appena nato (almeno in senso relativo, rispetto ad altri tool/piattaforme che uso da una vita) abbia sostituito un gigante come Google.

Se qualcuno mi avesse detto questa cosa 5 anni fa (ma forse anche 2) avrei pensato che fosse pura follia. Google per me è sempre stato insostituibile. È sempre stato IL punto di partenza di molte mie attività online.

Piccola premessa prima di tuffarci nel vivo del post: quando uso la parola “Google” in questo articolo faccio riferimento al motore di ricerca, a Google Search, se vogliamo essere precisi. Sono consapevole che Google è un ecosistema, ed è molto di più del motore di ricerca, ma per semplicità ho deciso di procedere in questo modo.

Il problema pubblicità

Non so te, ma io da diversi anni soffro la (troppa) pubblicità nei risultati di Google.

Ci sono ricerche per le quali ormai l’intero above the fold (tutto ciò che vedi a schermo prima di scrollare) è occupato da risultati sponsorizzati.

Parliamo di ben 4-5 blocchi pubblicitari prima di arrivare a qualcosa di organico (che di solito fa pena, ma ne parliamo tra un attimo).

Nel mio settore è un delirio fare ricerche su chiavi un po’ tecniche. Ti lascio un esempio qui sotto per spiegarmi meglio:

pubblicita google Ecco perché sto usando ChatGPT più di Google

Senza parlare di quando poi, sempre nei risultati di ricerca, si aggiungono altri box (e pure su questo ci torniamo) con contenuto di diverso tipo, ma sempre sponsorizzato.

In casi come questi mi sembra di stare su Subito o su eBay.

Ti lascio un altro esempio, se non fosse chiaro a cosa mi riferisco:

google serp pubblicita Ecco perché sto usando ChatGPT più di Google

La (pessima) qualità dei risultati

Dopo una manciata di link sponsorizzati e magari pure qualche box extra che prova a venderti altro, arrivano i tanto attesi risultati organici.

Oh, non so se sono solo io o capita anche a te, ma ormai per me è sempre più raro trovare un link utile nelle prime posizioni.

Ti ricordi che quando Google era cool si faceva quella famosa battuta “il miglior posto per nascondere un cadavere è nella seconda pagina di Google”?

Lo si diceva proprio perché nessuno aveva la necessità di visitare la “famosa” seconda pagina. Non ce n’era bisogno. La qualità della prima pagina era altissima.

Non è più così.

E a quanto pare non è solo una mia impressione. Un bell’approfondimento del Post, che mi trova d’accordo al 100%, parlava di questa cosa già a Giugno del 2022, citando anche diversi articoli, testimonianze e ricerche.

(Tra l’altro, io sono uno di quelli che spesso aggiunge la parola “reddit” nella query di ricerca per arrivare a dei risultati migliori, consultando il famoso forum americano)

La mia impressione (e a quanto pare condivisa da un bel po’ di gente) è che nei primi risultati ci sia sempre robaccia spinta lì con tecniche SEO da quattro soldi.

E non c’è niente di male se uno usa stratagemmi e ottimizzazioni per dare visibilità ai suoi contenuti (lo faccio anche io per questo blog). Il problema è quando quel contenuto è privo di valore.

Ormai ci metto un secondo a sgamare un articolo che sta solo cercando di farmi cliccare su link affiliati per beccarsi la sua percentuale dalla vendita del prodotto o servizio di turno.

Quindi altro che seconda pagina, ormai a volte per trovare link decenti vado fino alla quarta o quinta pagina dei risultati.

Succede anche a te?

(Lo so che tecnicamente non ci sono più le pagine nella SERP, ma ci siamo capiti, no?)

I (troppi) box aggiuntivi

Hai presente quando cerchi qualcosa su Google e nei risultati ti esce una mappa, o un box per comprare dei libri, o delle immagini o altro?

Ecco, queste sono le cosiddette SERP features (qui una bella guida di SEMrush) e servono ad arricchire i risultati con l’obiettivo di darti immediatamente una risposta (quando possibile) invece di farti cliccare su uno dei link.

Non a caso, nel nostro ambiente, da anni si dice che Google non è più un motore di ricerca, ma un “motore di risposte”.

Di nuovo, non c’è niente di male in questa trasformazione. L’ho sempre vista come un passo naturale e anche estremamente utile.

Ma, anche in questo caso, forse stanno esagerando un pelino.

Ci sono chiavi di ricerca per le quali un buon 70-80% della pagina è occupata da questi box e, anche se ci sono le migliori intenzioni, non aiutano a trovare una risposta alla domanda iniziale.

Come sempre un esempio vale più di mille parole:

serp features Ecco perché sto usando ChatGPT più di Google

La risposta è sempre più lontana

Combinando le varie problematiche elencate sopra, il risultato è che la risposta la si ottiene con sempre più fatica e tempo. Paradossalmente Google ha cercato di renderla più vicina a noi (addirittura evitando il click) ma non ha fatto altro che allontanarla.

Le poche volte che ormai mi ritrovo a cercare su Google il flusso è il seguente:

  1. alla prima ricerca do’ uno sguardo alla SERP e intuisco che non c’è niente di interessante
  2. faccio un paio di tentativi inserendo altre keyword per lavorare sulla coda lunga
  3. in tutti questi tentativi schivo i box sponsorizzati per arrivare ai risultati organici
  4. molto spesso questi siti sono fuffa piena di link affiliati con zero valore (soprattutto se sono liste, recensioni, confronti, schede tecniche e similari)
  5. mi apro una manciata di questi risultati per fare una scrematura e un confronto manuale
  6. nel 20-30% dei casi riesco a trovare qualcosa che mi interessa. Tutto il resto è tempo sprecato.

E ChatGPT in tutto questo?

E ora arriviamo alla parte che riguarda ChatGPT.

Che ruolo sta avendo il chatbot (ha ancora senso chiamarlo così?) di OpenAI nel mio modo di navigare, cercare e lavorare?

Se segui il mio canale YouTube (e te lo consiglio fortemente) avrai sicuramente notato che ormai dedico un sacco di spazio a questo strumento, mostrando spesso degli usi concreti che faccio nella mia quotidianità.


Parto col dire che, dei tre schermi che ho sulla mia scrivania, uno è dedicato completamente a ChatGPT.

Ho una schermata sempre aperta nella quale digito decine di comandi al giorno. A volte sapendo già cosa mi serve (e cosa mi aspetto) e altre volte semplicemente per metterlo alla prova.

La maggior parte delle cose che sto scoprendo, le sto scoprendo proprio così (oltre ai tanti tutorial in lingua inglese che mi sparo ogni giorno).

Ed è infatti la cosa che suggerisco a studenti, clienti e a chiunque mi chieda “ma come lo posso usare nel mio lavoro?”. Ogni volta la mia risposta è sempre la stessa: tienilo aperto e prima di fare un’azione con un sito/strumento X prova a vedere come se la cava ChatGPT.

Faccio questo lavoro da oltre 15 anni e non ho memoria di un altro strumento o sito che sia diventato così presente e rilevante nel mio lavoro e nella mia giornata così velocemente. Forse l’ultima volta è stato proprio con Google.

E così, grazie all’uso della versione Plus, alla possibilità di integrare funzionalità esterne con i plugin e con il nuovissimo code interpreter (ribattezzato, a quanto pare, in advanced data analytics) ormai ci faccio una valanga di cose.

Il vantaggio principale nell’eseguire la ricerca su ChatGPT invece che Google è proprio nella mancanza di tutto quello sopra: zero pubblicità, zero link affiliati, zero fuffa “di contorno” per allungare il brodo, risposta immediata, possibilità di aumentare-diminuire velocemente la quantità di risultati, risposte asciutte (niente mappe, immagini, ecommerce o altra roba che non ho chiesto), e così via.

Piccola precisazione necessaria: ovviamente ci sono argomenti per cui questa cosa è fattibile con molta leggerezza e altri per i quali invece non lo è per nulla. Cercare i principali trend dell’email marketing o le migliori sneaker per l’estate è molto diverso da informarsi su una condizione di salute o la situazione geopolitica di una certa zona del mondo. Almeno per ora.

E tutto quello che non trovo su ChatGPT?

Di certo starai pensando: “ci sono cose per le quali ChatGPT non è adatto. Come fai in quei casi?”

Innanzitutto, aggiungerei “per ora”. La velocità con cui si stanno evolvendo questi strumenti (penso soprattutto a Google Bard) mi fa pensare che a breve riusciremo a farci anche quei task che oggi ci sembrano impossibili.

La risposta a questa domanda è: lo faccio altrove, non su Google. E a quanto pare non sono l’unico.

Ti faccio qualche esempio:

  • per i prodotti di vario tipo che ho intenzione di comprare vado direttamente su Amazon, senza passare da Google
  • per i posti in cui mangiare o dormire vado direttamente su TripAdvisor o Booking (o altro), senza passare da Google
  • per recensioni o opinioni su prodotti o servizi vado direttamente su TrustPilot, Capterra, Witch o qualcosa per la relativa nicchia, senza passare da Google
  • per discussioni interessanti su un argomento vado direttamente su Reddit o Quora, senza passare da Google
  • per i tutorial di qualsiasi tipo (da come usare l’ultima AI generativa a come pulire il filtro della lavatrice) vado direttamente su YouTube, senza passare da Google

In poche parole: mentre prima chiedevo a Google su quale sito specializzato (o meno) trovare la risposta migliore, ora salto questo passaggio andando direttamente sulla relativa piattaforma.

Va considerato che un buon 60-70% degli esempi sopra, oggi possono essere ottenuti usando i plugin di ChatGPT. Quindi volendo posso prendere i risultati del sito X e trovarmeli direttamente in chat.

Ah, poi c’è questo trend enorme tra i Gen Z per cui molte cose vengono cercate su Instagram e TikTok. Io ancora non ci riesco, ma in tantissimi amici e colleghi (della mia stessa età) ho iniziato a notare questo stesso comportamento. Ecco un altro pezzettino di ricerche per cui Google è la seconda (o addirittura) terza scelta.

Cosa ci aspetta per il futuro?

Ho provato a riflettere (un bel po’) su cosa ci aspetta per il futuro. Su quali saranno le mosse lato OpenAI e Google sui relativi prodotti.

OpenAI sta mostrando una velocità senza pari nell’ambito dell’AI generativa (come è giusto che sia, visto che è la startup che può “innovare rompendo”) e ci ha abituato a una quantità di aggiornamenti, migliorie e nuove funzionalità che gli altri si sognano.

E devo dire che anche dal lato monetizzazione non se la stanno cavando male. La versione plus prima, e poi l’arrivo della versione enterprise mi fa capire che hanno una visione seria e concreta di dove può andare il loro chatbot.

Qualcuno ipotizza che non potranno cavarsela per sempre con fare scraping di tutto il web (e non solo) per poi sputare fuori risultati senza citare le fonti. Qui si stanno facendo varie ipotesi:

  • inserirà finalmente le fonti dei suoi risultati (un po’ come fa Bard)
  • inserirà della pubblicità nelle chat (un brivido mi percorre la schiena)
  • dovrà pagare delle fee ai siti da cui prende i dati (ma non mi sembra che Google lo faccia quando mi “ruba” qualcosa per metterlo nel risultato zero)
  • non potrà più fare scraping libero (la meno probabile di tutte, a mio avviso)

E lato Google invece? Come si proteggerà Big G dall’avanzata di questi nuovi competitor?

A sto giro sono loro quelli grossi che rischiano ad ogni mossa sbagliata. Sono loro la nuova Microsoft. La nuova IBM. L’aziendona che perde colpi in borsa se uno screenshot è sbagliato.

La risposta potrebbe essere Bard, e non solo. Sappiamo tutti che sull’AI Google è a lavoro da prima di tutti e che se oggi abbiamo ChatGPT lo dobbiamo soprattutto alla loro ricerca.

Nel momento in cui scrivo Bard non è minimamente all’altezza di ChatGPT. I nuovi aggiornamenti hanno mostrato alcune grandi potenzialità e, quasi sicurmente, l’integrazione del chatbot con l’intero ecosistema Google sarà la killer app per Bard.

Ma al momento è imbarazzante.

E poi rimane un grande dubbio a cui nessuno ha ancora dato risposta: se la gente si sposta da Google (search) a (Google) Bard che fine fa il business delle ads nei risultati di ricerca? Ci beccheremo le ads dentro i chatbot? O c’è un altro scenario che adesso non riusciamo a vedere?

Una risposta non ce l’ho, ma dalle parti di Mountain View devono trovarla in fretta, perché mi sembra che molti trend (non solo di ricerca) degli ultimi mesi non siano proprio dalla loro parte.

P.S. Questo articolo è stato scritto senza il supporto di ChatGPT.

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