Ecco perché la User Experience può salvare la tua Startup

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Guest post di Domenico Polimeno, Experience Designer presso Fifth Beat.

Introduzione

Durante eventi come i demo day o gli Startup Weekend, ogni volta che mi avvicino a una startup e inizio a parlare di UX design noto sempre tanta confusione.

Ora, lungi da me fare una lectio magistralis sul concetto di UX design (non siamo qui per questo), ma credo ci sia un gran bisogno di far capire che la User Experience è qualcosa di olistico che coinvolge tutto il team e impatta sulla vita della startup fin dal giorno zero.

In questo post mi sono concentrato su tre concetti semplici della UX, ma che possono rivelarsi vitali per una startup.

Due premesse importanti

Prima di passare ai consigli veri e propri devo, però, fare 2 doverose premesse:

  1. Se non fai ricerca con gli utenti non stai facendo UX.
    Fare analisi o progettazione di un prodotto senza parlare con gli utenti è un’altra cosa. La “U” in UX sta per user ossia persone vere, non linee guida o trend su dribble.
  2. La UX è sporca e puzza pure!
    Per fare UX di un certo livello c’è bisogno di professionisti come in qualunque altra cosa, ma tutti possono imparare a fare ricerca con gli utenti, a progettare una personas o fare un test di usabilità. Fare UX a qualunque livello significa sporcarsi le mani, non avere paura ed essere costantemente fuori dalla propria comfort zone!
    Tutti concetti che dovrebbero esserti molto familiari se fai startup!

1. User Experience e Idea Validation: 42 non è una risposta accettabile

La UX è quasi tutta fondata sulla validazione di assunzioni e idee.

Se chiedi ad uno User Experience Designer (di quelli duri e puri) ti dirà che l’unico modo per capire se quello che stai pensando è una buona idea è parlare con persone reali!

Per uno User Experience Designer non c’è nulla di più tossico del “secondo me” o “io credo che”. Per iniziare ad esplorare il mondo, per esempio, potresti uscire e intervistare delle persone.

Fare un’intervista non è una cosa semplice, ma ti assicuro che anche solo una domanda ben fatta può farti risparmiare davvero tanto tempo.

Parlare con le persone ti permetterà di uscire dal tuo mondo perfetto e ideale (che esiste solo nella tua testa) e ti avvicinerà alla dura realtà fatta di un’infinità di variabili impazzite.

Lo so, lo so… fare interviste non produce numerini come “100 persone hanno messo like sulla pagina Facebook” e tutte le varie vanity metrics con le quale molti startupper pensano di validare un’idea, ma il mondo della ricerca qualitativa è fatto soprattutto per esplorare le idee, non solo per confermarle.

Parlare con le persone può distruggere, arricchire o cambiare totalmente la tua idea.

Siccome la ricerca con gli utenti non è una cosa che si improvvisa, ti consiglio il libro di Tomer Sharon “Validating Product Ideas” che copre questi argomenti arrivando addirittura alla prototipazione. Una vera e propria bibbia che si rivolge soprattutto a chi è digiuno di metodi di ricerca con gli utenti.

PS: Il sottotitolo del libro è “Through Lean User Research” per tutti gli amanti del lean 😉

2. Test Early, Test Often: fare o non fare, non esiste provare

Il fantastico universo degli elfi della UX è raccontato come un mondo dove questi esseri eterei e mitologici sono lì con i loro wireframe dorati a ragionare sulla natura e a cantare delle virtù, degli style guide e degli utenti!

SBAGLIATO!

La UX come processo è molto compatibile con metodologie come lean o agile. Quando hai accumulato abbastanza dati e conoscenza per formulare una proposta, buttati a capofitto nel realizzare uno sketch, un prototipo di carta o qualsiasi altra cosa per andare a testare questa idea con le persone reali!

Si, hai capito bene, ancora prima di un vero prototipo o di un MVP!

Un designer ha costantemente bisogno di testare con le persone per capire se sta prendendo la direzione giusta. Se quella GUI è giusta, se lo script di interazione del BOT ha il giusto vocabolario, se il prodotto risolve davvero i problemi degli utenti.

Testare il prima possibile, con il minor dispendio di risorse possibile, può farti risparmiare tanto tempo, soldi e mal di testa! Questo mindset è una delle cose più utili che una startup può assorbire da un designer.

Il testare continuo è un modo per non dormire mai sugli allori e migliorarsi sempre!

Anche a questo giro c’è un libro per approfondire! Ti consiglio il libro “Lean UX for Startups” dove Laura Klein illustra una sua visione di UX a velocità smodata per le startup.

3. The “BIG” experiment: Design Sprint

Immagina questa scena: sei in una situazione di stallo, la tua startup deve fare un pivot ma non sai come fare, il seed è quasi finito e devi “svoltare”.

E se ti dicessi che c’è un modo per provare a svoltare in soli 5 giorni?

Jake Knapp ha messo a punto un workshop cotto e mangiato da eseguire in 5 giorni per ideare, validare, prototipare e testare un’idea imprenditoriale.

Magia? Non direi!

La metodologia di cui sto parlando è il Design Sprint utilizzato da Google Ventures per aiutare le startup a crescere. Questo metodo mette insieme un po’ di idee prese dal mondo del design thinking, le agita ma non le mescola e tira fuori un metodo “passo passo” per fare esperimenti.

Funziona più o meno così: il team di progetto si riunisce per 5 giorni guidati da una persona che detta i tempi e propone le attività, i primi tre giorni sono dedicati a trovare l’idea, il quarto giorno alla prototipazione e l’ultimo al test con gli utenti.

Ti sembra un po’ simile a quello che ho scritto negli altri due paragrafi? Beh lo è! È solo più concentrato e con più assunzioni.

Il libro di riferimento è “Sprint” di Jake Knapp ed è un libro fatto appositamente per chi è completamente a digiuno di metodologie di facilitazione o su come si crea e conduce un workshop. Unico disclaimer: non pensare che uno sprint sia il design o la UX!

È solo uno dei tanti modi per sperimentare quando sei a corto di tempo e idee.

Conclusioni

Concludo riprendendo da dove ero partito, dopo averti suggerito tre piccole attività e tre libri che possono concretamente aiutare la tua startup.

La confusione di cui parlavo nelle prime righe di questo post è dovuta al fatto che molte startup non solo non credono di aver bisogno di uno User Experience Designer, ma sottovalutano la UX in generale. E fanno male!

Ti basta pensare che in moltissime startup americane di successo, un esperto di User Experience è addirittura tra i founder iniziali! AirBnb, Pinterest, Slack, Flickr e Kickstarter, giusto per citarne qualcuna…

Guest post di Domenico Polimeno, Experience Designer presso Fifth Beat.

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