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L’uomo che ha “inventato” gli Umarells, intervista a Danilo Masotti

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Hai presente cosa sono gli umarells? È un fenomeno talmente importante che si trova persino una pagina su Wikipedia Inglese dedicata a questo incredibile fenomeno: i vecchietti che osservano i cantieri.

Anche se gli umarells sono abbastanza famosi (tutti i media ne parlano ormai in maniera frequente da anni), non tutti sanno come ha origine il fenomeno. O meglio, perché un giorno abbiamo iniziato a identificare queste persone con un nome ben preciso e sono entrati a far parte della nostra cultura pop?

È tutta colpa di Danilo Masotti.

Un multipotenziale che più multipotenziale non si può: musicista, autore di libri, show man e tanto altro che ho deciso di intervistare per il mio blog.

Se ti stai chiedendo il perché e se ti stai chiedendo cosa centri tutto questo con il digitale, l’innovazione, il web e tutto il resto allora devi proprio leggere la pazza intervista che è venuta fuori.

Buona lettura!

Raffaele Gaito: Ciao Danilo, come prima cosa su questo blog ci sono le presentazioni di rito, soprattutto per chi non ti conosce. Chi sei, di cosa ti occupi e qual è il tuo background?

Danilo Masotti: Ciao mi chiamo Danilo Masotti, sono un signore di 50 anni che si occupa professionalmente di web e di comunicazione dal lontano 1996, anno in cui i computer diventarono più “carini” e alla portata di tutti.

Lo dico perché mi sono diplomato ragioniere programmatore nel 1988 e in quel periodo i computer erano tutto tranne che divertenti (e infatti facevo il cantante).

Poco divertenti anche Cobol, Basic e Pascal e poco divertente anche il mondo dei primi anni novanta dove era un attimo trovarsi a vent’anni con un contratto di lavoro a tempo indeterminato a svolgere mansioni di cui non te ne fregava niente per otto interminabili ore.

Essendo giovane, senza responsabilità, riuscii a fuggire da quella situazione e mi appassionai di computer grafica, realizzazione di siti web e di CD Rom ed ebbi la fortuna di diventare protagonista della bolla della new economy (essere nel posto giusto al momento giusto è sempre fondamentale).

Nel 2003 aprii il mio primo blog, nel 2004 il secondo e in seguito all’esperienza di uno spettacolo teatrale, un terzo: LO SPETTRO DELLA BOLOGNESITÀ. Questo blog ebbe un grande successo locale, era un punto di riferimento per chiunque volesse leggere parole differenti sulla città di Bologna e aver la possibilità di commentare e interagire con la redazione e proporre contenuti.

Detto adesso, fa abbastanza sorridere, ma vi assicuro che nel 2005 era una cosa “avantissimo”, come “avantissimo” è stata la nascita del blog UMARELLS e da esso ricavarne due anni dopo un libro (anche questo fa abbastanza sorridere adesso, visto che ora lo fanno più o meno tutti).

Quando qualcuno mi chiede “Che lavoro fai?” rispondo che faccio lo scrittore e che lavoro con i computer. A volte dico “Sono un libero professionista” che “Freelance” mi fa abbastanza ridere, mi ricorda Peter Parker. L’Uomo ragno.

RG: Quando ho letto la tua storia e la tua bio ho pensato subito a una parola a me molto cara: “multipotenziale”. Direi che la multidisciplinarietà è la caratteristica che ti contraddistingue di più. Quanto ti ha aiutato l’essere multidisciplinare in tutto quello che hai fatto?

DM: Fondamentale direi. Questa multidisciplinarietà è molto apparente.

Tutte le cose che faccio, anche se non sembra, sono collegate tra loro e unendo tutti i puntini delle cose che faccio, nel tempo sono in grado di creare una rete incredibile di opportunità sia per me che per chi collabora con me.

Altro aspetto che non tutti colgono è la “disciplina” con la quale affronto il “cazzeggio” on line. Ogni post che scrivo è sempre spontaneo, non c’è mai un calcolo di convenienza, ma è sempre mirato, tende sempre a qualcosa.

Certe volte questo “qualcosa” non è chiaro neppure a me, ma fa parte di un percorso umano e professionale molto ben definito. Anche questa intervista so che avrà un senso, ma non lo sto capendo ora, lo capirò più avanti.

RG: Non posso non chiederti qualcosina sugli umarells. Raccontaci un po’ del progetto, anche per chi non lo conosce. Di cosa si tratta? Come nasce? Cosa hai fatto negli ultimi anni a tal proposito?

DM: Il progetto umarells nasce dall’osservazione degli anziani urbani in giro per la città. Queste presenze ci sono sempre state, ma nessuno si era mai preso la briga di dare un nome a questa categoria umana.

Ed è così che ho preso in prestito il dispregiativo termine bolognese umarèl (che è, anzi era, utilizzato per indicare un uomo da poco, l’uomo della strada), l’ho reso positivo aggiungendo una “elle” e l’ho trasformato in umarell, parola erroneamente usata per indicare gli anziani urbani con le mani dietro la schiena intenti ad osservare i cantieri.

Siccome ho sempre sostenuto che gli umarell fossero nel mondo ho aggiunto una “esse” e ho ricavato il plurale umarells. Nel 2005 vidi il primo umarell della mia vita (in realtà ne avevo visti migliaia, ma non avevano quel nome), raccontai di lui sullo SPETTRO DELLA BOLOGNESITÀ e dal blog nacque il blog spinoff UMARELLS dove incitavo i lettori ad armarsi di una macchina fotografica digitale, di scovarli, fotografarli e di osservarli. Loro osservano noi e noi, diventando umarells watchers, osserviamo loro.

Da quel giorno la mia vita è cambiata.

Due anni dopo dal blog è nato il libro, le radio, le televisioni, internet hanno cominciato a parlare di questo delirio e a distanza di tredici anni dal primo avvistamento, continuano a parlare di loro. Umarells è diventato un brand da promuovere e da proteggere, quindi un lavoro.

Innumerevoli le collaborazioni svolte, tra le più recenti ti segnalo quella con l’agenzia pubblicitaria The Big Now di Milano coi quali si è realizzato lo spot #Kingofumarells per Burgerking, quelle radiofoniche con Gianluca Nicoletti della trasmissione Melog su Radio 24 o quella col comune di San Lazzaro di Savena per l’ideazione e la realizzazione del “Premio Umarell San Lazzaro di Savena” che ha reso il pensionato Franco Bonini una celebrità a livello nazionale.

umarells franco bonini

Pensa che ogni volta che vengo contattato per andare in televisione a parlare di umarells, mando lui (di recente è stato ospite di Massimo Gramellini che è un suo fan e in passato gli aveva dedicato un importante articolo sul Corriere della Sera), mentre io mi occupo delle radio, di internet e dei giornali.

Ultima cosa, il 14 aprile 2018 a Bologna è stata inaugurata Piazzetta degli Umarells.

Prossimo obiettivo: io e il mio editore Antonio Bagnoli di Pendragon Edizioni vogliamo che la parola umarell finisca nel dizionario della lingua italiana.

RG: In tutte le attività che hai fatto (dal musicista allo scrittore) che ruolo hai con il web e quanto ti ha aiutato col tuo personal branding?

DM: Ho sempre usato il web per comunicare, per entrare in relazione con altre persone.

Lo facevo quando organizzavo le date e i concerti per i New Hyronja, lo facevo con le newsletter promozionali, lo facevo con i blog e l’avvento dei social a reso tutto ancor più semplice. Il web è un amplificatore di quello che sono.

Se tu mi conoscessi dal vivo, scopriresti che sono uguale identico a quello che mostro di essere on line, anzi son pure più simpatico che spesso su facebook mi lascio prendere la mano ed esagero.

Grazie al web arrivo rapidamente dove voglio arrivare, le possibilità di promuovere le mie attività sono infinite e sono io che spesso tiro il freno a mano e cerco di non caricarmi di troppi impegni. Che sono pigro.

RG: Io dopo aver pubblicato un libro mi sento come uno che ha bisogno di qualche anno prima di riprovarci di nuovo. Tu ne hai pubblicato 8 con la frequenza di uno all’anno. Come ci riesci e, soprattutto, pensi di pubblicarne ancora?

DM: Ho appena consegnato al mio editore il nono libro segretissimo che uscirà a novembre e sarà un ottimo regalo di Natale. Ho sempre scritto, anche quando non c’erano i computer, e ho sempre raccolto il materiale dei miei scritti e messo da parte.

Un po’ come il vino. Rimane lì, invecchia, poi lo assaggio e vedo se è buono da servire a tavola. Se non è buono, rimane lì. Ci sarà un’altra occasione.

Essendo pigro, non riesco a stare concentrato ore ed ore a scrivere e basta, mi annoierei tantissimo. Per scrivere qualcosa aspetto che venga l’ispirazione, se non arriva pazienza.

Adesso che c’è lo smartphone, quando l’ispirazione arriva è comodissimo, prima scrivevo appunti su foglietti ora digito sul touchscreen.

Altra cosa che faccio è usare Facebook come block notes condiviso. Mi viene una idea, la scrivo, vedo che reazioni suscita, poi cancello e metto da parte tutto.

E accumulo materiale, accumulo, accumulo, fino a che un giorno, non so nemmeno io come, sento che i tempi sono maturi per aprire quelle cartelle che stanno a decantare da troppo tempo e di sistemare tutto, strutturarlo.

Pensa che la prima stesura del mio romanzo CI MERITIAMO TUTTO era già completa nel 2005, ma il libro è uscito nel 2012. Insomma, cerco di non avere fretta e di non essere mai sotto pressione.

RG: E allora per concludere sono curioso di sapere quali sono i tuoi prossimi progetti?

DM: Libro nuovo a novembre, spettacoli itineranti del mio UMARELLS SLAID SCIO’, realizzazione di video e esibizioni live con i miei amici artisti e andare avanti con la realizzazione del film sugli Umarells.

Sarà un successo, ma non chiedermi quando uscirà che non lo so.

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Chi Sono

raffaele gaito bio

Sono un Growth Coach,
autore, speaker e blogger.
Attraverso il Growth Hacking guido le aziende a migliorare i loro prodotti e i loro processi con l’ausilio dei dati, degli esperimenti e del pensiero laterale.
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