GeniuSuite, la startup che aiuta la scuola a diventare digitale

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Dalle crisi nascono le opportunità. Questa non è una frasetta zen motivazionale da Instagram, ma qualcosa di concreto che abbiamo visto succedere più volte e che, molto probabilmente, continuerà a succedere in futuro.

L’intervista di oggi rientra proprio in questa categoria.

In un momento nel quale le scuole si sono trovate costrette ad andare online e a farlo in tempi strettissimi, c’è uno strumento tutto italiano che gli consente di farlo in poche ore invece che diverse settimane.

Ecco l’intervista a Daniele Biancardi e GeniuSuite, lo strumento che aiuta la scuola digitale.

Raffaele Gaito: Ciao Daniele, come prima cosa presentati. Chi sei, e di cosa ti occupi?

Daniele Biancardi: Ciao Raffaele, ho 39 anni e sono curioso di natura, sempre pronto ad accettare nuove sfide e a mettermi in gioco.

Non ho mai apprezzato la famigerata “zona di comfort” e per me nella vita se vuoi lasciare un segno devi essere pronto a misurarti con te stesso ed alzare sempre di più l’asticella.

Ho sempre avuto la passione per il digitale e tutte le nuove tecnologie e così, investendo su me stesso, da operaio metalmeccanico sono diventato CEO della mia azienda.

Da qualche anno con Kedea mi occupo, insieme ai miei soci e al mio team, di innovazione digitale e percorsi di trasformazione digitale per il settore education nel filone di quella che viene chiamata “scuola digitale”.

R.G. Cosa fa GeniuSuite? Perché le scuole dovrebbero usarlo?

D.B. Inutile parlare di GeniuSuite senza spendere due parole su GSuite for Education, la piattaforma innovativa di Google che ha stravolto le logiche di lavoro di team attraverso una collaborazione e condivisione in rete semplice, immediata e intuitiva.

Strutturare la GSuite per una scuola non è semplice, sia per la mole di dati utenti sia perché in GSuite manca la struttura scolastica.

Creare o ricreare una struttura scolastica funzionale ed operativa richiede tempo e competenze che spesso l’amministratore GSuite non ha ed ecco che entra in gioco GeniuSuite.

Con la nostra piattaforma importiamo i dati, automatizziamo determinati passaggi e sincronizziamo la struttura scolastica in GSuite in mezza giornata.

Facciamo in poche ore quello che l’amministratore farebbe in un paio di settimane.

Il tempo diventa elemento fondamentale, soprattutto in questo momento in cui si richiede alle scuole di essere operative al meglio e rapidamente.

GeniuSuite è utile sia a chi non ha ancora attivato la GSuite sia a chi ci lavora da tempo.

La scuola che è in fase di attivazione della GSuite può utilizzare da subito GeniuSuite per strutturare ed importare tutti i dati, ed una volta attivata può semplicemente sincronizzare le due piattaforme.

La scuola che ha già una GSuite popolata, senza alcuna perdita di dati, può sfruttare le potenzialità di GeniuSuite per ottimizzare il lavoro.

R.G. Scuola digitale: dalla tua esperienza decennale con centinaia di scuole italiane, a che punto è il livello di digitalizzazione del nostro sistema scolastico?

D.B. Questa è una bella domanda.

La scuola italiana è ancora molto legata alle sue tradizioni, non che questo sia un difetto, ma il nuovo viene ancora visto sempre con diffidenza soprattutto se la novità impatta sull’intero sistema.

Il processo di trasformazione digitale nelle scuole è ancora molto lento, un esempio recente sono i numerosi dibattiti sul fatto che la didattica a distanza non è per tutti.

A mio parere il digitale offre innumerevoli strumenti e bisogna solo avere la curiosità e la voglia di sperimentare per scoprire che ci sono tanti nuovi alleati per i docenti e non nuovi mostri.

Questa esperienza segnerà comunque una nuova era per il sistema scolastico Italiano e darà una spinta decisiva verso un percorso di scuola digitale che ancora in pochi erano riusciti a intraprendere.

R.G. In un momento nel quale tutti fanno grossi sconti o danno prodotti gratis voi avete deciso di non farlo. Perché?

D.B. Perché abbiamo preferito offrire l’assistenza clienti, che è la cosa di cui hanno veramente bisogno.

Improvvisamente dirigenti scolastici e docenti si sono ritrovati a dover organizzare tempestivamente un intero sistema di didattica a distanza.

Ci siamo messi nei loro panni e abbiamo ritenuto fondamentale non lasciarli soli garantendo assistenza, supporto e consulenza gratuita non solo su come utilizzare il nostro servizio, ma anche su come operare al meglio con gli strumenti GSuite for Education.

Ci siamo posti come punto di riferimento ed aiuto concreto per tanti, su più canali: dalla mail alla chat in real time, dalla telefonata classica alla videoconferenza.

Tutto questo per noi ha maggiore valore di uno sconto o di un prodotto gratuito.

R.G. In che modo automatizzare alcuni processi vi ha aiutato a gestire questo momento delicato in tempi strettissimi?

D.B. Una delle nostre più grandi preoccupazioni era di non riuscire a rispondere a tutte le richieste che stavamo ricevendo, fin dai primi giorni della crisi.

Da qui la necessità di iniziare ad automatizzare alcuni processi per snellire quantomeno le prime fasi di contatto.

Con un team sparpagliato non era facile gestire tutti i contatti e le attivazioni che ci stavano arrivando in poco tempo e quindi abbiamo velocemente messo in piedi un processo automatizzato con un po’ di tool.

Ad esempio usiamo Customerly per la chat in real time sul sito di GeniuSuite, Sendinblue per le comunicazioni e la parte di CRM, Zapier per passare i dati da uno strumento all’altro e per integrare il tutto con Trello e Google Drive.

Un sistema messo in piedi in mezza giornata che ci permette di automatizzare gran parte del flusso iniziale e di concentrarci sull’assistenza e altre attività ad alto valore.

R.G. Qual è l’insegnamento più importante che ti stai portando a casa da questa esperienza?

D.B. Confesso che anche per noi affrontare il modificarsi delle nostre abitudini non è stato semplice.

Ci siamo sempre definiti “smart” ma lo smart working deciso e organizzato consapevolmente non è paragonabile a quello imposto e improvvisato.

Potevamo farci travolgere dalla novità ma stiamo cercando di trasformando questa difficoltà in una opportunità.

Rispetto a prima comunichiamo di più, stiamo sperimentando nuovi strumenti che possono supportarci al meglio, condividiamo più informazioni e ci dividiamo meglio i compiti.

Ci sentiamo veramente una squadra e ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo.

R.G. Per concludere, lascia tre consigli alle scuole (e soprattutto agli insegnanti) che si sono ritrovati in questa situazione difficile? Cosa possono fare per lavorare al meglio?

D.B. Sicuramente il primo consiglio che mi sento di dare, è di trasformare questo momento di disagio in opportunità, molti insegnanti si stanno trovando ad utilizzare strumenti nuovi e non si devono perdere d’animo.

Sperimentate, magari sbagliate, ma cercate di scoprire tutto quello che la rete vi può offrire.

Avviata la scoperta dovete però canalizzare le energie in ciò che può esservi realmente utile per rendere veramente la scuola digitale.

Come seconda cosa voglio ricordarvi che non siete soli, ci sono un sacco di gruppi sui vari social, dove i docenti più smart sfornano idee o mettono a disposizione la loro conoscenza su nuovi strumenti da poter utilizzare, questo facilita la vostra formazione personale sull’utilizzo del digitale.

Per non parlare dei numerosi webinar a disposizione su qualsiasi tematica di interesse.

Come terzo punto dico: questo è il momento giusto per sperimentare, essere a casa e non a scuola o in classe, ci permette di comunicare in maniera differente, di relazionarci in maniera differente e di sviluppare un argomento in maniera differente.

Tutto questo sta già dando vita a una nuova forma di didattica.

Sono convinto che adesso anche gli studenti abbiano voglia di dire la loro. Sono a casa davanti a uno strumento che conoscono bene, che è alla loro portata e che spesso utilizzano per “cazzeggiare”. Chissà quanto si potrebbe ottenere da loro in questo momento.

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