Troppi dati possono far male. Come evitare la paralisi da dati

paralisi da dati

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In un blog come questo che parla spesso di dati e dell’importanza di avere un approccio data-driven un post con questo titolo potrebbe sorprenderti.

In realtà questo è un tema importantissimo con il quale prima o poi tutti si devono confrontare.

Infatti una situazione che ho vissuto più volte in prima persona e che ho visto accadere a diversi studenti e clienti è quella che tecnicamente viene chiamata la paralisi da dati o la paralisi da analisi.

Ci sono situazioni nelle quali potremmo avere a disposizione una mole così grande di informazioni da ottenere l’effetto opposto, ci blocchiamo.

Umberto Eco l’ha resa nota al grande pubblico come sindrome da sovraccarico di informazioni riassunta perfettamente nella famosa espressione:

Troppa informazione equivale a nessuna informazione

Perché succede?

Perché iniziamo a pensare troppo al problema e ad analizzarlo così a lungo da non riuscire a fare un passo in nessuna direzione, per paura di commettere errori.

Questa problematica esiste in tutti i settori ed era tipica del mondo dello sviluppo software prima dell’introduzione delle pratiche agile.

Una situazione molto comune era quella di avere lunghissime fasi di raccolta requisiti con la paura di lasciare fuori qualcosa di importante o fasi di pianificazione infinite dettate dallo stesso timore.

L’autore Lon Roberts nel suo lavoro Analysis Paralysis individua tre cause che possono portare a questa paralisi, a volte singolarmente e a volte combinandosi:

  1. L’analisi del processo
  2. La precisione delle decisioni
  3. L’incertezza del rischio

Voglio lasciarti alcuni suggerimenti per evitare questa paralisi, nel caso in cui ti dovessi trovare in uno scenario del genere:

  1. Definire dei limiti
    Ci sono molte più probabilità che si verifichi una paralisi quando non ci sono limiti. Se ne definiamo alcuni come tempo e budget riduciamo le possibilità che succeda.
  2. Procedere in maniera iterativa
    Sembrerà banale, ma per non rimanere paralizzati è importante muoversi. Quindi procedere con degli step anche solo piccoli può aiutare a non trovarsi in una fase di stallo.
  3. Ridurre il numero di opzioni
    Nel 2004 lo psicologo Barry Schwartz scrisse un libro dal titolo “The paradox of choice” dove illustrava perché troppa informazione equivale a nessuna informazione. Per risolvere il paradosso della scelta l’unico modo è proprio quello di diminuire il numero di opzioni sul tavolo e semplificare il processo di selezione.

Se vuoi approfondire l’argomento, oltre ai vari link presenti nel post, ti consiglio di dare un’occhiata al mio libro Growth Hacking Mindset dove tratto il tema in maniera approfondita.

Lavorare con i dati rimane quindi un approccio fondamentale nel mercato veloce e dinamico nel quale ci troviamo a operare. È altrettanto importante, però, non rimanere bloccati finendo nella paralisi da dati.

Se si è consapevoli di questo rischio fin dall’inizio si possono impostare processi, scegliere strumenti e organizzare i team in modo da ridurlo il più possibile.

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