L’intelligenza artificiale e il tifo da stadio

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Quando ero un ragazzino e frequentavo la facoltà di informatica c’erano gli schieramenti.

Io venivo dal mondo Linux, smanettavo con Debian e Gentoo compilandomi il Kernel e ogni singolo software e per me tutto il resto era inaccettabile. Era inferiore. Era un giocattolo per dilettanti.

Dall’altro lato c’erano quelli che Windows tutta la vita. E ovviamente li odiavamo a morte. Se usavi Windows per noi eri scarso a prescindere. Non facevi sul serio. Volevi la pappa pronta.

In inferiorità numerica c’era poi il gruppo degli utenti Apple. Pochissimi all’epoca. Se avevi un MacBook avevi i soldi o ce li avevano i tuoi. Li tolleravamo, ma non li frequentavamo.

Perché ti sto raccontando tutto questo?

Perché crescendo ho capito che quegli schieramenti erano stupidi, che certe prese di posizioni a priori erano assolutamente poco necessarie e che il mondo è molto più complesso di come lo immaginavo a vent’anni.

(Oggi sono quello col MacBook)

In questi ultimi mesi penso spesso a quel periodo e in particolar modo a quegli schieramenti e il modo con il quale affrontavamo ogni discussione. Qualsiasi discussione. Qualsiasi.

Ci penso spesso perché mi sembra di rivivere esattamente la stessa cosa con la “guerra” dell’intelligenza artificiale che stiamo vivendo in questo periodo.

Se segui il mio canale YouTube saprai che pubblico parecchi video sul tema dell’AI generativa, sia riflessioni che veri e propri tutorial o demo.

Sempre più spesso, sotto questi video (e nei vari social) becco commenti del tipo

Bard è na merda, ChatGPT gli mangia in testa

DALL-E fa ridere, si vede che non avete mai usato MidJourney

Aspettate che esce Gemini che manda tutti a casa

… e chi più ne ha più ne metta.

Diciamo che a 20 anni, in un contesto come quello universitario, me lo aspetto. Ci sta che dei ragazzi sbarbatelli e che non hanno capito ancora nulla della vita vivano lo schieramento, il gruppo, la bandiera, come qualcosa di importante. Di identitario.

Da professionisti di una certa età e di una certa esperienza no.

Questo lo trovo estremamente strano.

E ti dico perché lo trovo strano: per l’assoluta mancanza di visione.

Si sta lì a commentare il nuovo aggiornamento (o a volte il semplice video di demo) senza provare a proiettare nel tempo quella tecnologia o quello strumento.

Nei diversi casi d’uso.

Nei diversi scenari.

Nelle potenziali evoluzioni.

Se avessimo dovuto valutare l’AI generativa basandoci sulla prima versione di DALL-E forse ci saremmo tutti fatti una grande risata e saremmo tornati ai nostri meme.

Leggere un post di aggiornamento, fare due prove al volo, guardare i primi minuti di un tutorial e dare una sentenza, un giudizio definitivo e sbeffeggiante è un approccio decisamente superficiale.

E forse anche immaturo.

Parliamo di un settore che evolve alla velocità della luce, dove ogni settimana c’è un annuncio o un rilascio fuori di testa, dove tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro. Sempre.

Come si fa a non ragionare nel lungo periodo?

Come si fa a non provare a immaginare le successive evoluzioni di un prodotto, uno strumento o un’azienda?

Non è questo che, in fondo, dovremmo fare noi innovatori?

Valutare le tecnologie non per quello che sono, ma per quello che potrebbero essere.

E invece, a volte, mi sembra tifo da stadio. Schieramenti fatti a prescindere, solo perché uno strumento è rilasciato da un’azienda o da un’altra.

Peccato, così perdiamo un’occasione importante di discutere (seriamente) di una delle tecnologie che più modellerà la nostra società nei prossimi decenni.

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