Smart Car: Seat e Barcellona avviano uno dei progetti più ambiziosi al mondo

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Qualche giorno fa, a Barcellona, si è svolto il Mobile World Congress che, per chi non lo sapesse, è uno degli eventi più importanti a livello internazionale per tutto ciò che riguarda digital, hi-tech, mobile, e tanti altri temi (quest’anno, ad esempio, molto interesse era sulle smart car).

Ho avuto il piacere di essere ospite al padiglione di SEAT per vedere da vicino il progetto pilota che sta avviando proprio a Barcellona e, lo ammetto subito, sono rimasto semplicemente a bocca aperta.

Seguo con molto interesse da diverso tempo il mondo delle smart car (o connected car, come le definisce qualcuno) e gli impatti che stanno avendo sull’intero ecosistema digitale e non. Ho sempre pensato che sia uno dei trend più interessanti degli ultimi anni e, se ti sei mai trovato a uno dei miei talk o a una delle mie giornate di formazione, avrai sentito dirmi dal vivo frasi tipo “tenete d’occhio le smart car perché saranno un grosso business anche per sviluppatori e marketer”.

Ma torniamo a noi, ti accennavo di un progetto pilota a Barcellona…

Passiamo in auto 2 anni e mezzo della nostra vita

Si, questa è una di quelle statistiche che ti lascia basito: se sommiamo tutto il tempo passato a guidare, la media che otteniamo è di circa 2 anni e mezzo. Questo valore sale di molto in città con un alto tasso di traffico. A Barcellona, per esempio, questo valore è superiore del 50%.

Smart Car: passiamo 2,5 anni alla guida

Cosa c’entra tutto questo con le smart car? Parecchio, vediamo perché!

Mi è capitato spesso di confrontarmi con amici e colleghi sui temi delle smart car e delle self-driving car (le auto che si guidano da sole, per capirci) e una delle obiezioni che vengono fatte più spesso è “finché ci saranno in giro anche le auto guidate da persone, la cosa non può funzionare”.

Effettivamente anche io ho sempre pensato che fosse necessario un ecosistema maturo intorno alle “auto intelligenti” e che il cambiamento dovesse avvenire un po’ alla volta, in maniera graduale.

Non solo Smart Car

A quanto pare questo ecosistema è molto più vicino di quello che sembra. Ho osservato che le tre tendenze presentate al MWC17 in ambito automotive sono state:

  • Auto elettriche
  • Auto connessa
  • Guida autonoma

È facilmente intuibile come la connettività in questo scenario sia un elemento chiave che, inevitabilmente, impatta su tutti gli aspetti in gioco.

A mio avviso, quando parliamo di auto e connettività la dobbiamo intendere in tre modi diversi:

  1. Auto connesse tra di loro per scambiarsi informazioni e dati
  2. Auto connesse con l’ambiente che le circonda, ossia le città (ricordi le famose smart city?)
  3. Auto connessa con il guidatore (o, meglio ancora, i guidatori) per offrire un’esperienza personalizzata

Se in questo momento ti stai chiedendo “si ok, ma ‘ste cose le vedremo tra 50 anni… è fantascienza!” ti fermo subito.

Il progetto pilota con la città di Barcellona parte l’anno prossimo. La dichiarazione ufficiale del presidente Luca De Meo è stata:

… le tecnologie che presentiamo oggi al MWC prevediamo di offrirle nelle nostre auto per il 2018-2019

Perché è importante un ecosistema?

Un ecosistema digitale e smart, come quello descritto sopra, apre a una serie di scenari incredibili che avranno un impatto concreto su numerose problematiche legate al mondo automobilistico.

Qualche esempio?

  • Previsioni sul traffico in tempo reale
  • Raccomandazioni lungo il percorso
  • Suggerimenti legati al cambio di agenda
  • Suggerimenti sul parcheggio
  • Car sharing intelligente
  • E così via

In uno scenario del genere è inevitabile che l’auto diventi a tutti gli effetti un’estensione dello smartphone. Come accennavo in precedenza, la connettività tra automobile e guidatore è uno step essenziale e sarà veramente possibile solo grazie alla presenza di un assistente predittivo.

Hai presente Siri? O Amazon Echo?

Ecco, ora prendi uno “strumento” di questo tipo e immagina che possa comunicare con la tua auto, gestire le impostazioni di essa, accedere al tuo calendario, alla tua lista di contatti, ai dati del traffico, del meteo e tanti altri.

Smart Car: l'assistente SEAT ID

Il risultato?

Ottimizzare al meglio i tuoi spostamenti, in maniera predittiva in base alle tue abitudini, i tuoi impegni e all’ambiente che ti circonda.

WOW!

Se non fosse chiaro, stiamo passando da un mondo dove “Software is eating the world” a un mondo dove “AI is eating the world“.

Smart Car: stiamo andando verso AI only?

5 trend da tenere d’occhio

Ho iniziato il post dicendo che il tema delle smart car non impatta solo sul settore automobilistico, ma che ha delle “conseguenze” molto più ampie.

Concludo quindi con alcuni trend che, in maniera più o meno diretta, sono collegati a questo importante cambio di paradigma che sta avvedendo.

1. Connettività

L’ho scritto già un milione di volte, ma ripeterlo non fa mai male. Questo cambiamento è già sotto i nostri occhi: siamo passati, in pochi anni, da auto che facevano fatica a leggere gli SMS ad auto che ci fanno usare le app del nostro smartphone.

Nei prossimi anni ne vedremo delle belle!

2. Sicurezza

Più siamo connessi e più scambiamo dati, più ci sarà bisogno di sicurezza. C’è poco da girarci intorno.

Questa necessità di sicurezza estrema impatterà inevitabilmente sullo sviluppo delle app, sui protocolli utilizzati, sulle tecnologie coinvolte, e tanto altro.

3. Sostenibilità

Come rendere la mobilità più sostenibile? Risolvendo tutta una serie di “piccoli problemini” che oggi diamo quasi per scontati: non beccare traffico, parcheggiare velocemente, non fare tardi agli appuntamenti, ecc.

Riesci a immaginare un mondo dove tutto ciò è scomparso?

4. Parcheggio

Eh si, la “questione parcheggio” merita un punto a se.

Vuoi un’altra statistica impressionante? Nei centri urbani il 25% del traffico è generato dal cercare parcheggio! Risolvere questo problema avrà delle conseguenze incredibili su: costi, consumi, traffico, inquinamento e tanto altro.

5. Collaborazione

Ok, forse è vero… ci vorrà qualche altro annetto prima di arrivare a città dove girano solo smart car che si guidano da sole.

In questa fase transitoria, dove già il trend di possedere l’auto sta andando a scemare (altra statistica: i millennial non comprano più l’auto) saranno centrali i servizi di car sharing, di car pooling e gli accessi alle auto tramite chiavi digitali.

Conclusione

Due cose dovrebbero essere abbastanza chiare: l’avanzata del digitale non può essere fermata e la connettività e la mobilità vanno a braccetto.

A mio avviso, qui andiamo oltre i concetti di smart car o smart city… stiamo parlando di smart mobility!

A me, come early adopter e tech entusiast, uno scenario del genere non può che solleticare l’immaginazione sperando in una rapida implementazione concreta di tutte le tecnologie presentate.

Aldilà dell’aspetto tecnologico (che fa molto film di fantascienza) ho preferito concentrarmi sugli impatti concreti che questo cambio di paradigma (perché proprio di questo si tratta) avrà sulle nostre strade, sulle nostre città, sulle nostre vite!

Durante il talk di Johann Jungwirth, Chief Digital Officer di Volkswagen, c’è stata una frase che mi ha colpito molto e concludo con essa:

Tra 5 anni le auto che si guidano da sole avranno un impatto uguale a quello avuto dal PC nei decenni passati

Self driving car

Fino alla settimana scorsa mi sembrava uno scenario molto lontano, oggi non più 😉

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