Guest post di Massimo Giacchino, autore di Design Marketing.
Introduzione
Ogni giorno viviamo oltre 200 micro-momenti: istanti in cui tramite il nostro smartphone o pc accediamo online.
Il motivo (o meglio il bisogno) è trovare online una risposta ad una nostra domanda personale o di lavoro.
Dentro un negozio, tramite il nostro smartphone confrontiamo i prezzi, guardiamo le recensioni e le pagine social del brand per capire se comprare o meno un prodotto.
Nei momenti di pausa della giornata accediamo ad un social per vedere e interagire con la vita degli altri tramite i loro post.
Come puoi intuire, tutte queste interazioni online, per noi persone di marketing, rappresentano una fonte inesauribile di informazioni sulla identità e vita quotidiana delle persone.
Queste interazioni sono preziosi micro-dati che ci permettono di comprendere nel profondo il nostro mercato e l’audience di riferimento per il nostro prodotto.
Cosa sono i micro-dati?
I micro-dati sono tracce e segnali che le persone lasciano online ogni volta che compiono un’azione all’interno di una piattaforma web o di un social.
Ad esempio, queste preziose fonti di informazioni, sono dietro un hashtag di Instagram grazie al quale possiamo ricostruire l’identità di un’intera categoria di riferimento.
Difatti, se digitiamo all’interno della barra di ricerca di Instagram “corsa mattutina” possiamo osservare tutte le persone che alla mattina compiono questa azione e la condividono online.
Analizzando le foto di queste persone e leggendo le relative caption possiamo capire esattamente chi sono e i motivi per cui decidono tutte le mattine di svolgere questa attività, di seguire questo stile di vita.
Questi aspetti, se non apparteniamo a questa categoria, sarebbero estremamente difficili da capire nel profondo, o almeno non in pochi minuti come attraverso questa tecnica dell’hashtag.
Nel pratico, come dichiarato nel testo della foto “Sono inspiegabili le sensazioni e chi non corre non può capire. Non può sapere come ci si sente a farlo”.
Mentre, ora grazie a questa analisi capiamo che le persone corrono alla mattina si per un aspetto razionale di mantenersi in forma sia per motivi profondi come “entrare nel vuoto personale, spingersi verso nuovi limiti, alleggerire lo stress”.
Dove sono i micro-dati?
Queste preziose informazioni si trovano, inoltre, nelle ricerche di Google dove possiamo comprendere le domande che le persone si pongono prima di approcciare a questa pratica o, come la definisce questa audience, “routine benefica”.
Per avere una panoramica chiara e schematizzata delle domande che le persone si pongono utilizza il tool Answer The Public.
Un’ulteriore fonte dove trovare cosa le persone vogliono capire, imparare e approfondire sono i suggest di YouTube e i video più visti relativi e correlati all’argomento.
Come trasformare un micro-dato in una strategia di marketing?
Sono certo che ora starai pensando “Ok. tutto molto bello, ma come uso questi micro-dati per vedere?”.
La risposta è semplice: “Crea contenuti, video e guide che partono da questa domande, headline per i tuoi post che iniziano con le parole delle persone”.
Vedrai che usando il linguaggio e il vocabolario di queste persone avrai dei contenuti estremamente performanti che ti consentono di entrare in empatia con il tuo pubblico. Chi corre alla mattina penserà “sta proprio parlando a me, il brand mi conosce”.
Per aiutarti al meglio e raccogliere decine di micro-dati puoi seguire il framework che mostro nel libro Design Marketing: analizzare i micro-dati per testare e scalare strategie di mercato.
Conclusioni
I micro-dati ti consentono di rispondere alle domande:
- Chi è la mia audience?
- Perché decide di compiere una determinata azione?
- Quali sono le leve che lo portano a fidarsi del mio brand?
- Quali sono gli aspetti che valuta per scegliere il mio prodotto e non quello della concorrenza?
Soprattutto ti permettono di avere a disposizione ipotesi da testare che partono dall’analisi e non dalla creatività o da strategia copia e incolla.
Guest post di Massimo Giacchino, autore di Design Marketing.
