i tool di growth hacking

I tool indispensabili per chi fa Growth Hacking

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Introduzione

È da tempo che volevo fare un bell’elenco di strumenti utili per chi si occupa di Growth Hacking e dintorni. Per quanto io ritenga i tool importanti sai bene, se mi leggi da un po’, che c’è qualcosa di più importante ed è il mindset.

Negli ultimi tempi abbiamo iniziato a dare troppo peso alla tecnica dimenticandoci di tutto il resto: visione, strategia, approccio, scopo e altri elementi che sembrano passati di moda, ma non lo sono.

Faccio questa premessa perché ritengo importante sottolineare che gli strumenti devono essere considerati come tali. Non è mai lo strumento a fare il professionista.

Inoltre non esiste il tool di Growth Hacking perfetto, esiste quello più adatto alle tue esigenze… e alle tue tasche.

Ecco perché ho provato a strutturare questo elenco in categorie, dando più di un’alternativa per ognuna di esse sapendo che, inevitabilmente, molti di questi tool rientrano in più di una categoria.

Iniziamo!

Tool di analytics

Questa lista non poteva non partire con strumenti di analytics, una categoria talmente ampia che forse richiederebbe un articolo dedicato. Anche perché esistono diverse tipologie di strumenti di analytics: analisi degli eventi, delle heatmap, dei funnel, della customer journey, delle revenue e chi più ne ha più ne metta.

Ne ho selezionati alcuni che coprono le esigenze più varie.

Google Analytics

Partiamo da un grande classico: lo strumento di analytics offerto da Google è sicuramente un buon punto di partenza. È gratuito, facile da installare e configurare e si integra benissimo con gli altri strumenti offerti da Google. Inoltre il fatto che ci sia tanto materiale di approfondimento (libri, corsi, post, tutorial, ecc.) non è una cosa da poco.

Yandex Metrica

Yandex Metrica, ancora poco conosciuto in Italia, è il competitor russo di Google Analytics. Si tratta di una suite di strumenti di analisi offerti da Yandex (il noto motore di ricerca russo) che integra al suo interno anche tool come le mappe di calore, la registrazione delle sessioni e tanto altro. L’interfaccia è un po’ spartana e vecchiotta, ma è un prodotto valido. Anche questo totalmente gratuito.

MixPanel

Quando si parla di tool di analytics professionali uno dei primi nomi che salta in mente è sicuramente Mixpanel, proprio perché uno dei migliori prodotti sul mercato. Usato da colossi come Samsung, Microsoft e BMW, Mixpanel si propone come un “analytics per product people” e parte da un piano base dal costo di 99 dollari al mese.

Tra le sue funzionalità più interessanti c’è sicuramente la possibilità di costruire dei funnel personalizzati, di lavorare a fondo sulla retention con una serie di notifiche collegate ai comportamenti degli utenti e tutte le funzionalità di people analytics che permettono di tracciare e osservare i comportamenti anche dei singoli utenti.

Kissmetrics

Una delle alternative a Mixpanel più utilizzate è sicuramente Kissmetrics, azienda fondata dal noto Growth Hacker Neil Patel che è creatore, tra le tante cose, anche di altri strumenti analytics come Crazyegg e Quicksprout. Kissmetrics si spinge un po’ più avanti definendosi una piattaforma di customer engagement e offrendo l’analytics solo come il primo di una serie di strumenti per il proprio business.

La suite offre infatti anche la possibilità di lavorare sui propri segmenti di clienti e attivare, per ognuno di essi, una serie di attività di marketing automation avanzate.

Amplitude

Usato da colossi come Adidas, Booking e HubSpot e con il suo pacchetto da 2.000 dollari al mese, con Amplitude ci spostiamo sicuramente tra gli strumenti adatti alle grosse aziende. D’altro canto è anche uno dei pochi tool a offrire un piano free adatto a un utilizzo reale e non solo a una fase di prova.

La possibilità di tracciare gratuitamente 10 milioni di eventi al mese lo rende più che adatto a startup e PMI che vogliono utilizzare uno strumento professionale, ma non possono permettersi grossi investimenti a tal proposito.

Heap

Heap è uno strumento professionale utilizzato da aziende come Microsoft, wework e Instapage che propone un modo assolutamente innovativo di tracciare gli eventi. Mentre gli strumenti tradizionali necessitano di definire in maniera esplicita quali eventi tracciare, heap gestisce tutto in automatico (sia su mobile che su web) abbattendo quindi una notevole barriera tecnologica e le tempistiche di configurazione ed utilizzo.

Lo ripeto: Heap traccia tutto, senza bisogno che tu gli dica quali eventi considerare e quali no!

HotJar

Quando si parla di heatmap non si può non nominare HotJar, uno degli strumenti più utilizzati nel mondo del Growth Hacking per la raccolta di soft data. Anche in questo caso sarebbe più corretto parlare di suite più che di singolo tool. Anche HotJar, infatti, offre una serie di strumenti avanzati per la raccolta di metriche e feedback.

È lo strumento ideale per le grosse aziende e le agenzie visto che è uno dei pochi sul mercato a prevedere dei piani di prezzo pensati ad hoc.

Segment

Segment è uno strumento che fa da “intermediario” tra i vari tool di analytics elencati in precedenza. Usare Segment ti evita le spiacevoli situazioni di perdita di dati, dati non allineati, report non coerenti e buchi temporali. Segment consente una vasta integrazione con API di terze parti, con l’obiettivo di avere un solo strumento nel quale raccogliere e visualizzare i dati.

Hai deciso di abbandonare Mixpanel in favore di Amplitude? Basta “disconnettere” il primo e “connettere” il secondo e al resto penserà la piattaforma. Hai cambiato il sistema di marketing automation che inviava le email specifiche al verificarsi di alcuni eventi? Ancora una volta, basta sostituire il vecchio tool con il nuovo senza preoccuparsi di cosa succede a basso livello.

Tool per raccogliere feedback degli utenti

Anche questa seconda categoria è abbastanza ampia e dentro ricadono strumenti molto diversi tra di loro. In generale qui ho cercato di lavorare sulla parte più qualitativa dei dati suggerendo tool che aiutino a raccogliere feedback e comportamenti degli utenti.

Google Form

Nella suite di strumenti gratuiti di Google è presente anche uno dedicato esclusivamente alla realizzazione di questionari e sondaggi, Google Form. Non offre tantissime possibilità di personalizzazione, ma essendo gratuito con utilizzo illimitato può essere un’ottima scelta per chi non ha budget da investire su questa attività o da chi deve scalare un questionario su grandi numeri.

TypeForm

A livello di user experience TypeForm è sicuramente lo strumento migliore per la realizzazione di sondaggi. Offre un’esperienza di navigazione ottima anche su mobile consentendo all’utente di muoversi agilmente tra le varie domande. TypeForm offre un livello di personalizzazione altissimo che consente di realizzare dei form avanzati, non solo dal punto di vista grafico, ma anche da quello delle funzionalità.

A differenza di altre soluzioni sul mercato Typeform consente di impostare dei “percorsi” e cambiare le domande da fare all’utente in base alle risposte precedenti. Non è la stessa cosa di fare un approfondimento in un’intervista faccia-a-faccia, ma può sopperire in parte.

Qualaroo

Fondato da Sean Ellis (colui che ha coniato il termine Growth Hacking), Qualaroo è probabilmente uno dei migliori tool per effettuare customer interview. Altamente personalizzabile e configurabile, i suoi tagli di prezzo lo rendono uno strumento decisamente più adatto ad aziende consolidate che non alle piccole startup.

Customerly

Customerly è una soluzione (italiana, tra l’altro) all-in-one per la gestione delle relazioni con i propri utenti. Si tratta, infatti, di un potentissimo widget che installato sul proprio sito web consente di fare campagne, creare segmenti, automatizzare una serie di messaggi in base ai comportamenti e così via.

UsabilityHub

UsabilityHub è usato principalmente nel mondo delle ricerche di usabilità, per effettuare dei test come il test dei 5 secondi, il test del primo click, il test delle preferenze e tanti altri. Consiglio di tenere questo tool a portata di mano perché utilissimo. Può essere utile anche per mostrare a degli utenti il prodotto di un competitor e poi fargli delle domande per raccogliere informazioni da confrontare con le nostre interviste.

WhatUsersDo

WhatUsersDo è una piattaforma per test di usabilità dove è possibile far testare dei prodotti a degli utenti e ricevere come output un video con la sessione di utilizzo. Gli aspetti importanti di un tool di questo tipo sono il fatto che gli utenti parlano ad alta voce mentre usano il prodotto (e quindi sai cosa stanno pensando) e puoi scegliere il target a cui far testare il prodotto.

Anche se non è un tool strettamente legato alle interviste, può essere utile tenerlo nella propria cassetta degli attrezzi in due casi: se vuoi vedere gli utenti all’opera mentre usano prodotti dei tuoi competitor; se non sei riuscito a trovare persone da intervistare. In entrambi i casi puoi sottoporre un questionario agli utenti selezionati da far compilare alla fine della sessione.

Uservoice

Uno degli strumenti di raccolta feedback e gestione ticket più utilizzati è uservoice. Si tratta di un tool avanzato che si integra con Zapier, Zendesk, Salesforce e altri e che consente di gestire in un unico punto segnalazioni di malfunzionamenti, suggerimenti di funzionalità, feedback degli utenti e tracciare al suo interno lo stato di avanzamento di tutti i task.

Tool per test e ottimizzazioni

Qui invece ho inserito quei tool che ci aiutano in fase di ottimizzazione e di gestione dei relativi test: A/B test, multivariate test, split test e così via. In questa categoria potevano finire anche molti dei tool di analytics e alcuni tool di email marketing e landing page perché al loro interno molti di questi includono funzionalità del genere.

Per comodità ho preferito selezionare tool che fanno solo quello.

Optimizely

È senza ombra di dubbio uno degli strumenti più potenti in circolazione e il più utilizzato in assoluto. Optimizely consente di testare praticamente qualsiasi componente di un prodotto: dall’interfaccia utente agli algoritmi di backend. È una soluzione perfetta sia per il web che per il mobile e integra letteralmente decine di strumenti avanzati per l’analisi dei risultati e la personalizzazione dei contenuti.

VWO

È uno dei tool più interessanti emersi negli ultimi anni. Ha un prezzo molto più accessibile degli altri competitor, ma è limitato solo a prodotti web. Anche VWO include diverse tipologie di test: dall’A/B testing classico al multivariate test, passando per split URL e tanto altro. Anche in questo caso parliamo di una soluzione che integra anche potenti strumenti di analisi dei risultati.

Google Optimize

Ovviamente anche Google offre uno strumento per il test e l’ottimizzazione di pagine web. Il vantaggio di Google Optimize è che si integra con gli altri strumenti Google (Analytics in primis). Consente di far girare più esperimenti in parallelo e offre diversi tipi di esperimenti. Offre sia il targeting basato sui comportamenti degli utenti che il technical targeting sfruttando Javascript, Cookie e il data layer.

Clicktale

Uno strumento decisamente atipico per fare test è Clicktale che consente di raccogliere sia dati quantitativi che qualitativi in un’unica soluzione. Loro si propongono come soluzione di Experience Analytics e utilizzano un approccio ibrido dove le automazioni, gli algoritmi e l’intelligenza artificiale sono affiancati dall’intervento umano.

Si tratta di uno strumento potente ideale soprattutto per grandi aziende e per chi ha competenze avanzate di analisi dei dati.

Experiment Calculator

Uno strumentino semplicissimo che consente di calcolare la validità statistica del campione che si sta utilizzando per il proprio esperimento. Fa una sola cosa, ma la fa bene.

Tool di lead generation

In questo gruppo rientrano gli strumenti che ci vengono in aiuto nella parte alta del funnel, in fase di acquisizione contatti. Anche in questo caso ho provato a proporre molto diversi tra di loro che coprano la maggior parte delle casistiche.

Hellobar

Anche questo tool è stato realizzato da Neil Patel ed è una barra che si installa nella parte alta di un sito web per raccogliere i contatti dei visitatori. Semplice e potente, è utilizzato da colossi come Fox, SalesForce, Eventbrite e tanti altri. Offre un piano gratuito con il quale iniziare che è perfetto per startup e professionisti che non possono investire tanto in strumenti.

Sumo

Ecco un altro nome che non può mancare nell’elenco dei tuoi tool preferiti. Usato da più di mezzo milione di siti web nel mondo, Sumo è senza ombra di dubbio una delle suite di Growth Hacking più complete che ci siano in circolazione. Al suo interno offre vari strumenti per raccogliere email dei nostri visitatori: popup, barre, Mat, scroll box e tanto altro.

A differenza di molti tool simili, è uno dei pochi ad offrire un piano gratuito che consente di utilizzare la suite nella sua interezza.

Fomo

Fomo è uno strumento di social proof. Ti è mai capitato di visitare un sito web e vedere in basso dei piccoli popup che si alternavano con messaggi tipo “una persona ha appena acquistato questo prodotto”, “un utente da New York sta guardando questa pagina” e così via?

Ecco, puoi ottenere lo stesso risultato con Fomo. È utile per mostrare ai tuoi visitatori che ci sono altre persone che usufruiscono dei tuoi prodotti e rafforzare la tua credibilità.

Expandi.io

Ero indeciso se inserire questo tool in questa categoria o nella successiva dedicata alle automazioni, poi ho preferito classificarlo come lead generation. Si tratta di una suite vera e propria dedicata alla generazione di contatti tramite LinkedIn. Si integra con software come Zapier, HubSpot, Slack e altri e consente di automatizzare ogni passaggio: dalla selezione della target audience all’analytics.

Da usare con cautela.

LeadFeeder

LeadFeeder è uno dei tanti tool che ti aiuta a capire le aziende che visitano il tuo sito web, come ti hanno trovato e a cosa sono interessati. Per ogni azienda individuata il tool fornisce dei dati aggiuntivi per facilitare la fase successiva. Anche LeadFeeder, come molti altri, si integra con altri strumenti come Hubspot, Zapier, Google Analytics e così via.

Tool per automazioni

Questa è forse una delle categorie più importanti e gli strumenti di automazione non possono mancare nella cassetta degli attrezzi di chi fa Growth Hacking. Le automazioni vanno usate con cautela e solo per semplificare/migliorare il tuo lavoro, mai dimenticando il fatto che nulla può sostituire le relazioni umane.

IFTTT

IFTTT è uno degli strumenti di automazione più famosi in circolazione e forse anche tra i primi. Consente di collegare tra di loro software di vario tipo per fargli eseguire delle azioni in sequenza. Negli anni si sono spostati sempre di più verso la IOT e hanno aggiunto anche integrazioni con Alexa, Google Home e altri dispositivi come telecamere di sorveglianza, Wi-Fi, smart TV, ecc.

Zapier

Zapier è senza ombra di dubbio uno dei miei tool preferiti, sicuramente nella mia top 3. L’ho sempre definito come “il coltellino svizzero di chi lavora online” perché con esso è possibile fare praticamente qualsiasi cosa. Offre integrazioni con oltre 2.000 tool permettendogli di comunicare tra di loro, di scambiarsi dati e di eseguire azioni in automatico quando si verificano determinate condizioni. Indispensabile!

Integromat

Confesso che non conosevo Integromat fino a poco tempo fa e mi è stato consigliato da uno studente della mia academy sul Growth Hacking. È un’alternativa meno famosa e meno fornita di Zapier, ma a costi decisamente più accessibili. Non offre tutte le integrazioni del cugino famoso, ma tutti i tool più importanti ci sono. Da valutare seriamente se hai poco budget.

AdEspresso

Anche se si usa per attività completamente diverse, ho voluto aggiungere AdEspresso a questa lista perché in termini di automazioni per campagne pubblicitarie è il tool numero uno al mondo. Startup italiana poi acquisita da Hootsuite, AdEspresso consente di fare cose incredibili con le proprie campagne Facebook, Instagram e Google.

Autopilot

Autopilot si piazza a metà tra Zapier e i tool di marketing automation come Hubspot o Marketo. È a tutti gli effetti uno strumento di marketing automation, ma con un’interfaccia semplificata e basata sul drag’n’drop (in stile ActiveCampaign, per capirci).

Si integra anch’esso con centinaia di altri tool e ha dei template di partenza da poter utilizzare per creare le proprie automazioni. Il costo non è proprio accessibile, ma le possibilità sono infinite. Il limite, con un tool del genere, è solo la tua fantasia.

PhantomBuster

Ero indeciso se mettere in questa lista un tool come PhantomBuster perché nella maggior parte dei casi viene usato per fare attività che io non condivido: autofollow su Instagram, messaggi automatici su LinkedIn e similari. Però sarei stato poco coerente con la mia premessa ed è bene ricordare che la colpa non è mai degli strumenti, ma di come li utilizziamo.

Quindi se non lo conosci dai un’occhiata a questo tool perché potrebbe semplificarti parecchie attività che fai sui social. Consente di automatizzare quasi tutte le azioni su Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, LinkedIn e tanti altri.

Tool per ottenere dati

Che il Growth Hacking sia una metodologia data-driven ormai dovrebbe essere cosa nota. Questo è un lavoro dove i dati hanno un ruolo fondamentale e quindi non potevo non inserire in questa lista una manciata di strumenti che ci aiutano a procurarci un po’ di dati. Anche in questo caso la lista poteva essere infinita, ma ho cercato di escludere strumenti avanzati con costi troppo alti.

Crystal

Che dire di Crystal? Sul sito si presentano come “il tool che ti dice la personalità di chiunque” ed effettivamente loro fanno questo. A partire dal profilo social di una persona cercano, attraverso una intelligenza artificiale, di definire la personalità e poi di darti alcuni suggerimenti sul come approcciare quella persona.

Qualcuno si scandalizzerà, qualcuno si innamorerà, ma resta il fatto che è uno strumento potentissimo usato da colossi come Coca-Cola, Nike, Disney, Google e tanti altri. Da maneggiare con cautela.

Clearbit

Clearbit è quello che tecnicamente viene definito un data engine ossia un motore di dati. A partire dall’email di una persona fa un’attività di enrichment, cioè lo trasforma in un profilo completo andando a recuperare quante più informazioni possibili dalla rete: azienda, ruolo, città, profili social, ecc.

Usano più di 250 fonti di dati (pubblici e privati) e una serie di algoritmi proprietari che fanno in modo da avere sempre informazioni aggiornate e affidabili. Il tool si integra con le più importanti suite di marketing automation come Salesforce, Hubspot, ecc.

Hunter

Hunter ti consente di trovare l’email di chiunque lavori in una certa azienda in una manciata di secondi. Il funzionamento è molto semplice: inserisci l’url dell’azienda che ti interessa contattare (ad esempio microsoft.com) e loro ti tirano fuori un elenco di email disponibili con i relativi nomi e ruoli.

Tra l’altro ho avuto il piacere di intervistarli tempo fa per il mio blog ed è stata una chiacchierata piena di spunti interessanti.

Import.io

Import.io è forse il tool di scraping più famoso in circolazione. Quando si parla di scraping si finisce inevitabilmente in un’area grigia del Growth Hacking e, come ribadito più volte nel corso di questo post, dipende tutto da come utilizziamo gli strumenti.

Negli anni il tool si è evoluto notevolmente e da semplice strumento di scraping ora è una piattaforma di data intelligence potentissima e utile a tutti i livelli: monitoraggio, integrazioni, due diligence, analisi e chi più ne ha più ne metta. Il grosso vantaggio è che esiste una versione free (gestita dalla community e senza assistenza) che rimane uno strumento molto potente e accessibile.

Google Trends

Non credo che Google Trends abbia bisogno di presentazioni, ma se sei tra le poche persone al mondo che non ne ha mai sentito parlare, sappi che è uno strumento indispensabile nella tua cassetta degli attrezzi. È un tool molto semplice che analizza i trend basandosi sull’enorme mole di dati posseduta da Google.

Utile per studiare comportamenti, per analizzare i competitor, per individuare trend nascenti, per avere idee per i propri contenuti e tanto altro. Ovviamente è gratis, come tanti altri strumenti di Google presenti in questa lista.

SEMrush

SEMrush è il tool di marketing definitivo. Non esagero a definirlo così. Infatti ero indeciso in quale categoria inserirlo all’interno di questo post perché ormai è diventato una suite di strumenti.

Partito come tool per le attività SEO, oggi è indispensabile per tantissimi utilizzi: creazione di contenuti, analisi dei competitor, pianificazione pubblicitaria, andamento delle parole chiave, social media marketing e chi più ne ha più ne metta. Indispensabile!

Google Keywords Planner

Lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google è stranoto nel mondo SEO e SEM, ma un po’ di meno in quello del Growth Hacking. A partire da una o più parole chiave che gli diamo in input, il tool ci genera delle idee, ci propone delle offerte suggerite, ci da un’idea del volume di ricerca e così via.

L’utilizzo che se ne fa solitamente è quello di pianificare una campagna di advertising su Google, ma in realtà può essere utile in diversi contesti.

UberSuggest

Ennesimo tool di Neil Patel in questa lista, anche UberSuggest è molto usato in ambito SEO, ma in realtà ha delle potenzialità incredibili in tanti altri contesti. Offre una versione gratuita e una a pagamento e nella versione gratuita si possono fare tantissime cose: avere idee su contenuti a partire da una parola chiave, capire il volume di ricerca e la difficoltà, trovare ricerche correlate, analizzare una pagina web, scovare i backlink e tanto altro. Straconsigliato!

Tool per gestione dei progetti e team

Questa è una sezione che potrebbe sorprenderti, ma significherebbe solo che non hai chiaro qual è il ruolo del Growth Hacker in azienda: è un facilitatore. È la persona che gestisce il processo di sperimentazione e in quanto tale fa largo uso di strumenti del genere. Tool che aiutano a organizzare i task, i progetti e il team sono il pane quotidiano in questo lavoro.

Airtable

A metà tra un database e un foglio di calcolo, Airtable è un altro strumento molto flessibile che si integra in diversi momenti del processo di sperimentazione: dall’analisi dei dati, alla gestione dei task, passando per la condivisione delle informazioni con il team. Consente di lavorare a blocchi, di integrare flussi di dati esterni, e fornisce una serie di template già pronti per diverse situazioni: gestione dei progetti, lanci di prodotti, ricerche qualitative e tanto altro.

Trello

Forse uno dei tool più flessibili in circolazione, Trello è uno strumento di gestione dei task che si adatta perfettamente al processo di Growth Hacking. Il suo sistema formato da board, liste e card può essere utilizzato per gestire tutti gli esperimenti e le informazioni ad essi correlate. Inoltre il piano gratuito è perfetto per startup e piccole realtà che vogliono iniziare a utilizzare strumenti di questo tipo, ma non possono investire in soluzioni professionali e costose.

Hubspot CRM

Non posso non includere in questa sezione il CRM realizzato da Hubspot. Se non conosci Hubspot si tratta di una suite che contiene diversi strumenti per l’inbound marketing. Tra i tanti strumenti a disposizione ce n’è anche uno per la gestione delle relazioni con i clienti che è disponibile in maniera completamente gratuita, senza limiti di tempo e di utilizzo. Se sei una startup, una piccola azienda o un professionista questa è sicuramente la soluzione che ti consiglio di adottare per iniziare.

Asana

Asana è uno strumento di gestione progetti un po’ più avanzato di Trello, ma non per questo più complesso. Se cerchi qualcosa di più professionale che oltre ai task ti consenta di gestire anche conversazioni, calendario, timeline e altro, allora Asana potrebbe essere la soluzione che fa per te. Anch’esso offre un piano gratuito, ma potrebbe essere limitato per sfruttare a pieno tutte le funzionalità offerte dalla piattaforma.

Jira

A differenza di Trello e Asana, Jira nasce come strumento per i team di sviluppo che utilizzano agile. Può essere però facilmente adattato per la gestione del team di growth, potendo sfruttare alcuni elementi presenti al suo interno come il backlog, lo stato di avanzamento, i workflow visuali e tanto altro.

Pipefy

Pipefy si propone invece come una piattaforma per la gestione dei processi lean e lavora con il concetto di template. Un template è una serie di impostazioni predefinite con cui configurare il software. Tra i template disponibili ce n’è uno pensato ad hoc per il processo di Growth Hacking realizzato dal team di growth di 500 Startups, uno dei più importanti di acceleratori di startup al mondo.

Miro

Strumento potentissimo, Miro è una lavagna bianca dove poter lavorare in tempo reale con il proprio team. Pensato per tutte le metodologie agile e lean, Miro offre decine di schemi preimpostati sui quali lavorare (mappe mentali, diagrammi di flusso, kanban, six thinking hat, e così via), ma consente anche di lavorare in maniera flessibile utilizzando post-it virtuali proprio come si farebbe su una lavagna fisica.

Experiments

Per concludere questa lista, ti segnalo che anche Sean Ellis ha creato uno strumento per la gestione del processo di growth hacking. Si chiama Experiments (ex NorthStar) ed è probabilmente la soluzione più professionale tra i tool che ho elencato, si integra con Trello, Asana, Jira, Slack e tantissimi altri software ed è utilizzato da colossi come Spotify, Mozilla e altri.

Tool per landing page

In questo elenco non possono mancare una manciata di tool per realizzare delle landing page. Questa è una delle categorie dove c’è più scelta e la selezione è stata molto dura. Ho provato a bilanciare la lista, con diverse proposte di costo, difficoltà d’utilizzo e funzionalità offerte.

Instapage

Instapage è uno dei tool storici del settore e forse uno dei più famosi e utilizzati. Negli anni si è evoluto sempre di più (ed è diventato sempre più costoso) aggiungendo tantissime funzionalità extra. Oggi offre strumenti di analytics e testing (anche server side) integrati, heatmap, integrazioni con i principali CRM e tanto altro. Inoltre dispone di una versione enterprise per grosse aziende che hanno bisogno di supporto dedicato, di consulenti che li seguano e funzionalità personalizzate.

Unbounce

Un altro pezzo grosso del mondo landing page è sicuramente Unbounce. Strumento perfetto per e-commerce, agenzie e SAAS, consente di creare pagine altamente personalizzate e ottimizzate per la conversione. Proprio su questo ultimo aspetto si sono concentrati negli ultimi anni offrendo una serie di funzionalità per aumentare il tasso di conversione delle pagine. La loro intelligenza artificiale Conversion Intelligence e la loro funzionalità Smart Traffic fanno sì che si possano ottenere risultati già con poche visite sulla pagina.

Optimizepress

Uno dei pochi strumenti di questa categoria a offrire un piano di pagamento una tantum. Significa che se non vuoi pagare un abbondamento mensile, ma comprare la licenza una volta e usarlo per tutto il tempo che vuoi allora OptimizePress è la scelta che fa per te.

Esiste in due versioni: come plugin di WordPress e indipendente, così da coprire tutte le esigenze. Non offre tutte le funzionalità di altri competitor più famosi, ma è ottima come scelta entry-level.

Elementor

È il tool che uso io per le landing page e per qualsiasi altra cosa: tutto il mio sito web è realizzato con Elementor. È molto criticato dagli addetti dai lavori, ma è il tool più usato al mondo per questo genere di attività. Ha un’ottima versione free con un bel po’ di widget a disposizione, ma è nella versione Pro che mostra tutto il suo splendore.

Le pagine sono altamente personalizzabili e si integra con decine di altri strumenti presenti in questa lista: Zapier, ActiveCampaign, Mailchimp, e tanti altri.

ClickFunnel

ClickFunnel è un po’ forzato in questa lista perché in realtà è molto di più che uno strumento per creare landing page: è un tool che consente di gestire al 100% un funnel di vendita. Significa che le landing sono solo una delle funzionalità presenti al suo interno, insieme a pagine di pagamento, invio delle email, aree private e così via. Il prezzo non è proprio accessibile, soprattutto se ti serve la versione completa di tutte le funzionalità.

Landingi

Uno dei tool di landing page che si è fatto notare di più negli ultimi anni è Landingi. I costi sono molto più bassi di strumenti famosi come Instapage o Unbounce e potrebbe essere un’alternativa perfetta per chi ha bisogno di uno strumento senza troppi fronzoli che gli consenta di creare landing page, acquisire lead e avere un minimo di analytics.

Tool di email marketing

Ci avviamo verso la fine di questo lungo post e voglio dedicare uno spazietto ai tool per l’email marketing. Strumenti del genere si sono evoluti sempre di più e oggi contengono funzionalità di CRM, di marketing automation e tant’altro e sono quindi fondamentali anche nelle attività di Growth Hacking.

ActiveCampaign

ActiveCampaign è il mio strumento di email marketing preferito e uno dei tool che ritengo immancabili nella mia cassetta degli attrezzi. Ha portato l’automazione a un altro livello con un’interfaccia semplice e accessibile anche ai non tecnici. È possibile, infatti, creare potenti automatismi con un tool grafico che consente di lavorare a blocchi. Il costo è tra i più alti sul mercato, ma vale ogni singolo centesimo. È il top del settore!

Mailchimp

Lo confesso, io sono un ex utente Mailchimp passato ad ActiveCampaign. Lo considero un ottimo strumento, di facile utilizzo, con i costi contenuti, ma non molto potente dal punto di vista delle automazioni. Considerando che è l’unico sul mercato a offrire una versione gratuita (per i primi 2.000 contatti) è perfetto per chi sta iniziando e non può permettersi di investire tanto in un tool di email marketing.

Sendinblue

Nell’affollato mercato dei tool di email marketing quello che si è fatto notare molto negli ultimi anni (soprattutto in Italia) è Sendinblue. Ha costi molto più contenuti rispetto a competitor più blasonati ed è a tutti gli effetti una suite completa di CRM, landing page, SMS, e tanto altro.

Drip

Uno dei pochi tool di email marketing che può competere con ActiveCampaign è Drip. Anche loro ormai non si definiscono più come uno strumento per email, ma sono a tutti gli effetti una cosa a metà tra un CRM e una suite di marketing automation. Anche Drip fornisce uno strumento grafico di creazione delle automazioni e si integra con centinaia di tool: Shopify, Gumroad, Eventbrite, Magento, Zapier e chi più ne ha più ne metta.

Tool per programmi di referral

Non poteva mancare in questo post un paragrafetto dedicato ai tool per creare programmi di referral. Se vuoi che anche la tua app o la tua startup abbia una funzionalità “invita amico in cambio di qualcosa” sappi che oggi esistono strumenti che consentono di automatizzare il tutto.

ViralLoops

Forse una delle piattaforme più note per fare referral, ViralLoops si integra con tantissimi tool come Facebook, Google Analytics, Slack, TypeForm, ecc. Offre diversi template con cui iniziare in base alle proprie esigenze: Facebook Messenger, e-commerce, Shopify, e altri. Tutta la gestione della campagna (dalla creazione all’analisi) è gestita interamente dal tool.

Referral Candy

Alternativa a ViralLoops è Referral Candy, altra piattaforma per incentivare il passaparola, ma con dei costi leggermente più alti. Le integrazioni con altri tool sono centinaia e le funzionalità sono tantissime: creazione landing page, invio dell’email, creazione popup e form, e così via. Anche in questo caso tutta l’attività di referral è completamente gestita dal tool, senza il bisogno di passare per altri strumenti.

UPViral

Leggermente diverso è invece UPViral. Un tool che non serve solo per le campagne di referral marketing classico e si può usare in qualsiasi contesto e non solo per l’ecommerce. Consente di integrare anche alcune meccaniche di gamification come le classifiche e i punteggi, definizione degli obiettivi, sblocco dei premi e tanto altro.

Tool per analisi dei competitor

Molti di questi strumenti potevano benissimo finire nella categoria “raccolta dati”, ma ho preferito tenerli separati e dedicare uno spazio ad hoc ai tool di analisi dei competitor. Uno dei principi del Growth Hacking è non reinventare la ruota e analizzare cosa sta facendo chi è più grande di noi (e da più tempo sul mercato) diventa uno step fondamentale prima di pianificare qualsiasi esperimento.

Owler

Loro si definiscono come uno strumento di competitive intelligence e infatti Owler consente di ottenere moltissime informazioni su una determinata azienda a partire dal nome. La parte che interessa a noi è quella sullo scenario competitivo che ci mostrerà, appunto, una lista di aziende competitor di quella che abbiamo inserito. Volendo, però, il tool mostra altri dettagli interessanti come informazioni finanziarie, news e comunicati stampa, video, statistiche dai social e tanto altro.

SimilarWeb

Uno degli strumenti più potenti in circolazione per l’analisi dei competitor è sicuramente SimilarWeb. Questo tool offre una versione completamente gratuita (ma con delle limitazioni) grazie alla quale possiamo ottenere informazioni preziose su qualsiasi sito web o app mobile.

Ovviamente, come ho detto più volte, bisogna sapere quali dati andare a leggere e come interpretarli, ma anche ad un occhio poco esperto salta subito all’attenzione la quantità e la qualità di dati messi a disposizione da questo strumento.

SiteAlerts

A differenza del precedente che lavorava partendo da un’azienda, SiteAlerts parte invece da un sito web, cosa che può essere molto comoda nel caso in cui l’azienda di partenza è relativamente piccola. Questo servizio è molto meno avanzato di Owler, ma anch’esso offre diverse informazioni sul sito web inserito. Tra i dati mostrati a noi interessa la parte di siti correlati a quello dato in input.

Crunchbase

Si potrebbe descrivere Crunchbase come il più grande database al mondo di startup, ma sarebbe sicuramente riduttivo. Il funzionamento è identico ai due strumenti precedenti: una volta inserita un’azienda in input si ottengono una serie di informazioni su di essa. Crunchbase ci restituisce una scheda dettagliatissima nella quale potrai trovare informazioni sull’andamento in borsa dell’azienda, eventuali investimenti e acquisizioni, il team principale, il direttivo e tanto altro.

Ma la sezione veramente interessante ai fini della nostra analisi è quella sugli hub collegati all’azienda inserita. Cliccando su di essi si potrà accedere infatti alla lista delle altre aziende presenti in quell’hub, ossia potenziali competitor.

Product Hunt

Product Hunt è una piattaforma dove ogni giorno vengono pubblicati i prodotti più interessanti annunciati quel giorno. È specifica per i prodotti digitali e hi-tech, ma può essere una incredibile risorsa per trovare ulteriori competitor. Ogni prodotto presente sul sito ha infatti una scheda dettagliata, all’interno della quale è presente anche un’area dedicata ai prodotti simili a cui vale sicuramente la pena dedicare un po’ d’attenzione.

Enlyft

Enlyft è in realtà un potente, complesso e costoso strumento di marketing intelligence che aiuta le aziende a trovare lead qualificati. Offre però uno strumento gratuito che è utile per fare analisi dei competitor attraverso il quale si può accedere a un database di centinaia di migliaia di aziende.

Ti basta cercare una tecnologia e uno strumento e il tool ti tirerà fuori le aziende che lo usano, le quote di mercato, i suoi competitor, le industrie e le nazioni con il maggiore utilizzo e tanto altro.

Knoji Compare

Anche in questo caso si tratta di uno strumento che serve per fare altro (recensioni di prodotti), ma che in realtà può essere usato anche per l’analisi dei competitor. Andando nella sua sezione “compare” è possibile inserire due aziende o due marchi e vedere delle schede comparative.

Prova “Adidas VS Nike” o “Microsoft VS Apple” per avere un’idea delle informazioni che vengono mostrate e poi da lì in avanti il limite è solo la tua fantasia.

Ci siamo, la lista è finita!

Sono sicuro del fatto che ho lasciato fuori tanti tool famosi, utili e importanti. Ti invito a commentare se vuoi suggerirne qualcuno. Così la lista potrà espandersi nel tempo e avere sempre più valore.

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raffaele gaito bio

Sono un Growth Coach,
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Attraverso il Growth Hacking guido le aziende a migliorare i loro prodotti e i loro processi con l’ausilio dei dati, degli esperimenti e del pensiero laterale.
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