raffaele gaito chi sono

Chi è Raffaele Gaito

Content Creator. Speaker.
Fondatore di IA360 e Growth Program.

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Raffaele Gaito, in breve

Ho sempre pensato che “scrivere la pagina chi sono” fosse una delle cose più difficili da fare nella vita di una persona. La metterei al terzo posto, subito dopo “ritrovare i calzini spaiati” e “finire di leggere Guerra e Pace”. Quest’ultimo non ho mai finito di leggerlo e i calzini, a un certo punto della mia vita, ho iniziato a indossarli volutamente spaiati.

Visto che questa pagina non dovrebbe essere una copia del Curriculum Vitae o del proprio profilo LinkedIn provo a giocarmi la carta dello storytelling.

Si l’ho detto!

Perdonami, ho dovuto usare quella parolina inglese che tanto va di moda, ma che suona molto meglio di “lasciati raccontare una storia”. Sarei sembrato Papà Castoro.

Provo quindi a raccontarti due paroline su di me.

Salernitano, classe ’84. Cresciuto a camille e robottoni giapponesi. Sono un curioso e uno sperimentatore.

Quando mi chiedevano “cosa vuoi fare da grande?” non sapevo mai cosa rispondere.

Poi col tempo ho capito che dovevo smettere di cercare una risposta.

È la domanda ad essere sbagliata.

Secondo la scrittrice Emilie Wapnick, infatti, sono un multipotenziale: una persona che ha tanti interessi, ha svolto tanti lavori e che grazie a questo intreccio di conoscenze e passioni sviluppa un incredibile potenziale multidisciplinare che riesce ad applicare, con ottimi risultati, in qualsiasi lavoro o sfida quotidiana.

Per dirla in parole povere: ho bisogno di continui stimoli altrimenti mi annoio.

Penso di aver ricevuto la vena imprenditoriale dai miei nonni che erano commercianti. Da piccolo compravo le bustine di calciatori, le aprivo e poi vendevo le singole figurine ai più grandi, basandomi sulla rarità o la fama del calciatore.

Mi è sempre piaciuto pensare che quella sia stata la scintilla che abbia fatto iniziare tutto.

Alle superiori frequentavo un istituto tecnico, ma la materia dove ero più bravo era letteratura. E così mentre i miei compagni di classe disegnavano impianti elettrici, io alla maturità portavo un saggio sull’evoluzione del romanzo nel 1900. Mi sa che avevo sbagliato scuola.

Quando ho avuto il mio primo computer e mi sono innamorato della programmazione. A 15 anni ho scritto la mia prima riga di codice, a 17 ho aperto il mio primo blog e a 20 ho lanciato la mia prima azienda. Da allora non mi sono più fermato.

Nel frattempo ho preso una laurea con lode in informatica, ma non mi sono mai voluto legare ai soli aspetti tecnici della disciplina. Finii per realizzare una tesi sperimentale interdisciplinare tra informatica, psicologia e sociologia sul tema dell’intelligenza artificiale. Si, era molto prima che l’argomento diventasse di moda e quella mia ricerca poi fu pubblicata in un paper e utilizzata da una delle più grosse multinazionali di videogiochi al mondo.

Ho sempre adorato viaggiare e questo spirito nomade mi ha portato a vivere in tanti posti diversi: Italia, Francia, Islanda, Inghilterra, California più tante piccole tappe in giro per l’Italia.

Al momento vivo in Inghilterra. A Londra, di preciso. Che è a tutti gli effetti the place to be in Europa per ciò che riguarda digitale e innovazione. Un contesto del genere è un uragano di stimoli. Una continua provocazione a migliorare e a crescere.

Credo nell’importanza della multidisciplinarità, di un approccio olistico al business, e nella sperimentazione come unica strada per l’innovazione e il mio percorso rappresenta in pieno questi miei valori.

Mentre mi dividevo tra gli studi e il fare i siti web (per pagarmi gli studi) mi sono presto reso conto che mi mancavano le basi del business e del marketing. Così mentre molti coetanei sceglievano come esami a scelta libera quelli che avevano la nomea di essere facili, io decisi di girare le altre facoltà per acquisire conoscenze che non avevo: marketing, economia, diritto, e così via.

Poi anni dopo ho scoperto che è una cosa che fece anche Steve Jobs ai suoi tempi.

In quegli anni ho lanciato diversi prodotti, anche con milioni di utenti, avuto copertura mediatica internazionale, appreso diverse lezioni e vinto premi di ogni tipo.

Quello di cui vado sicuramente più orgoglioso è il Premio Nazionale per l’Innovazione, vinto nel 2012 con un progetto che riguardava il mondo dei videogiochi. Poi sono cresciuto e ho capito che i premi non pagano gli stipendi.

Mi ritengo fortunato ad aver incrociato sulla mia strada il Growth Hacking. È stata la sintesi perfetta del mio background tecnico, e della mia propensione alla sperimentazione.

Scoprirlo fu una sorta di epifania. Era la disciplina perfetta per me, che faceva leva sulle competenze che avevo acquisito negli anni e mi permetteva di mettere a frutto quella multidisciplinarità, che a volte vedevo come un ostacolo.

Hai in mente il detto “se sai fare un po’ di tutto non sai fare niente“?

Beh, ho scoperto sulla mia pelle che è una cazzata, soprattutto nell’epoca veloce e dinamica che ci troviamo a vivere oggi. E ho capito che se sei in grado di trovare la giusta intersezione tra le mille passioni e competenze puoi avere una marcia in più degli altri.

Così ho deciso di trasformare quello che pensavo fosse un mio handicap in un mio punto di forza e caratteristica distintiva.

Oggi aiuto centinaia di aziende e professionisti a far crescere il loro business, migliorare i loro prodotti e cambiare il loro mindset con un approccio sperimentale.

Faccio divulgazione sui temi della crescita, dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale, attraverso un blog, un canale YouTube, un podcast e una newsletter.

Ho scritto diversi libri sui temi di cui mi occupo, che sono diventati dei punti di riferimento del settore. 

Ho portato i miei workshop e talk in aziende del calibro di Vodafone, HP, Microsoft, Enel,  Poste, Chiesi, Sella e tante altre.

E poi, visto che oggi chi non si forma di continuo è perduto, ho fondato due academy.

Growth Program è la prima academy di formazione continua per imprenditori e professionisti che vogliono formarsi su digital skill e soft skill.

IA360 è la mia academy per chi vuole rimanere al passo sul mondo dell’intelligenza artificiale studiando con me e i migliori esperti d’Italia.

Credo fortemente nel concetto di giveback. Ricordo bene le difficoltà che ho attraversato quando muovevo i primi passi e oggi cerco di dare una mano ai più giovani che vogliono avviare un loro progetto facendo attività di mentoring pro bono.

Poi nel tempo libero mi alleno per diventare Batman, ma questa è tutta un’altra storia…

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